I modi di dire sardi che riguardano gli asini

03 giugno 2023 alle 15:54aggiornato il 03 giugno 2023 alle 16:00

 

Sono tanti i modi di dire sardi, e sono una marea i proverbi che riguardano gli asini. Dal campidanese al logudorese viene chiamato in maniere differenti:

  • in sardo campidanese si chiama “molenti” o “burricu”;
  • in sardo logudorese si chiama “ainu” o “poleddu”.

“Ainu” e “molenti” sono due parole di derivazione latina mentre “burricu” e “poleddu” sono di derivazione spagnola, catalana. Tra i tanti detti che riguardano gli asini abbiamo:

  • “Mellu unu molenti malu chi mola a pala” (meglio un asino cattivo che una mola a spalla);
  • il detto logudorese: “Est mezus ainu biu chi no dottori mortu” (meglio un asino vivo che un dottore morto). Un modo di dire per ricordare che è meglio godersi le piccole cose piuttosto che quelle grandi e inarrivabili, che si riscontra anche nel cagliaritano con un’accezione differente. Infatti gli antichi cagliaritani sostenevano che fosse meglio avere un asino morto piuttosto che un medico vivo perché l’asino morto si può mangiare mentre il medico, a detta loro, non serviva a niente.

Il termine “burricu” veniva utilizzato, e viene tutt’ora utilizzato, per indicare un somaro, qualcuno che non spicca per intelligenza e magari non è bravo a scuola o è un ingrato. Il femminile, “burrica”, si usava per indicare una donna dai facili costumi.