È a Cagliari da troppo poco per avere già un'idea della città e di chi la abita. Ma monsignor Giuseppe Baturi, 54 anni, siciliano, nuovo arcivescovo del capoluogo della Sardegna, sa quello che gli è stato riferito. "Una forte identità di popolo che diventa anche sentimento di appartenenza, tradizione, consapevolezza e solidarietà".

Nel primo affollato incontro con la stampa, nella sede del seminario arcivescovile di Cagliari, monsignor Baturi dice che gli è stato detto anche della fede di persone "che guardano alla Chiesa come un punto di riferimento sicuro".

Ma conosce anche i problemi, quelli più gravi. A cominciare dal lavoro che non c'è. "Le statistiche Istat mostrano quanto sia elevato il numero di disoccupati così come sono tanti i giovani 'scoraggiati al punto da non studiare né cercare un lavoro. A questo è connesso il problema dell'emigrazione: sempre più giovani scelgono altri lidi, altre sedi per realizzarsi'".

E ancora. La forte denatalità: "Problemi urgenti tutti legati alla mancanza di fiducia nel futuro".

Un'ora intensa di domande e risposte con i giornalisti dei giornali, delle tv e delle testate online dopo il ringraziamento per l'accoglienza a Bonaria e nella Cattedrale in occasione dell'ordinazione e della prima messa.

"Oggi non è possibile raccontare il mondo, lo svolgersi della socialità umana, le storie degli uomini senza i giornalisti, senza gli strumenti di comunicazione, parole e immagini". A questo proposito l'arcivescovo ha parlato di apertura reciproca.

L'intervista integrale su l'Unione Sarda di domani.
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