É dal volto dei pescatori che si capisce come è andata la notte di lavoro nello stagno di Cabras.

Sono le sette: a “Scaiu”, che da sempre è la rimessa delle barche, c'è silenzio e rabbia. Perché quella che un tempo era una festa per essere riusciti a riempire le reti di muggini, orate e spigole, ora è una carestia.

Per i 150 pescatori che lavorano nella laguna di Cabras ora dovrebbe essere il periodo migliore per lavorare. Le barche però quando rientrano dopo ore e ore trascorse in mezzo alla laguna sono semi vuote.

I pesci, quelli che in questo periodo dovevano finire nelle reti dei pescatori, sono finiti mesi fa nella pancia dei cormorani, specie protetta che da ottobre a marzo mangia quintali e quintali di muggini e non solo.

Per i pescatori un dramma. Dentro le 14 imbarcazioni che arrivano una dopo l'altra, si contano pochissimi muggini: al massimo due quintali in tutto. Pochissimi rispetto ai numeri di un tempo.

Giuliano Cossu, il presidente del Consorzio Mar'e Ponti: "Non possiamo continuare così. Non possiamo più abbattere i cormorani per pochi giorni all'anno, come ci chiede la Regione. Serve un abbattimento continuo. Non vogliamo soldi, ma solo lavorare senza questi uccelli. Spero che entro 10 giorni la Regione ci convochi per darci delle risposte, ottobre è vicino. Altrimenti saremo costretti a trasferirci sotto il palazzo di Villa Devoto".
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