Sanità

Tour dell’Isola per un ricovero in Psichiatria 

Un paziente gallurese trasportato da Sassari a Nuoro e poi Carbonia 

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Il malato dove lo metto? Nel nord Sardegna ormai per i pazienti psichiatrici la domanda è questa, perché i ricoveri sono praticamente impossibili. Soprattutto per chi ha bisogno di cure in Gallura. Nei giorni scorsi si è posto il problema del ricovero urgente di una persona che aveva necessità, improrogabile, di essere inserita subito in una struttura sanitaria. Ed è iniziata una penosa ricerca di un posto letto. A Olbia, come è noto, neanche a parlarne. Infatti dai primi di giugno è chiuso, per mancanza di personale medico, il Servizio psichiatrico diagnosi e cura (Spdc) del Giovanni Paolo II.

La seconda opzione, come ormai avviene in automatico, è stata Sassari, dove il servizio Spdc ha 16 posti letto con una percentuali di occupazione altissime, prossime al cento per cento. Quindi il trasferimento a Sassari è stato escluso. Terza opzione, Nuoro. Ma anche nel presidio sanitario barbaricino, il servizio non se la passa benissimo, con 10 posti letto quasi sempre al completo. Alla fine il paziente gallurese è stato ricoverato a Carbonia, e, se così si può dire, è andata anche bene.

La situazione è oltre il collasso, perché il Servizio Psichiatrico del Giovanni Paolo II di Olbia non è operativo e ha un utenza di circa 2500 persone. In Gallura, tra le altre cose, c’è una forte richiesta di assistenza per le problematiche dei minori. Da tempo le organizzazioni sindacali parlano, per il servizio psichiatrico, di un problema serio per gli stessi Livelli essenziali di assistenza (Lea).

La Asl ci prova

Il quadro è oggettivamente proibitivo, anche per la Asl di Olbia. La direzione aziendale ha confermato più volte che parte del personale impiegato nel reparto ospedaliero è destinato al potenziamento dei servizi territoriali, in particolare il Centro di Salute Mentale di Olbia (Csm) e il Serd. Va anche detto che la progressiva riduzione della dotazione organica del Servizio Psichiatrico del Giovanni Paolo II era stata denunciata già nel novembre dello scorso anno. Il presidio del territorio, però, è un ulteriore problema. Di fatto oggi gli specialisti riescono a malapena a garantire la reperibilità in Pronto Soccorso. Bisogna anche che si è arrivati a questo punto rapidamente, nell’arco di pochi anni. In passato si poteva fare affidamento anche su una decina di psichiatri, per i Centri di salute mentale del territorio. Non ci sono più specialisti e sono stati già chiusi i presidi di Salute mentale di Budoni, Arzachena, Oschiri e Buddusò. Gli stessi psichiatri hanno avuto necessità di cure mediche, si parla di trasferimenti per sindrome da burn-out (eccessivi carichi di lavoro) e dimissioni a raffica. La Asl di Olbia, oggettivamente, sta affrontando una situazione che non ha precedenti. In una nota di qualche tempo fa la piena conferma del problema: «L’Azienda nell’ultimo biennio ha subito una grave carenza di personale. Ha fatto ricorso a prestazioni aggiuntive, procedure di mobilità, convenzioni, manifestazioni di interesse, selezioni pubbliche e persino incarichi a gettone ben remunerati. Spesso le procedure sono andate deserte perché anche questo settore risente purtroppo della carenza di specialisti. Non potendo sguarnire i servizi territoriali è stata studiata una soluzione che consente di tutelare pazienti, familiari e personale».

«Subito risposte»

La segretaria territoriale della Cgil Fp, Jessica Cardia fa una valutazione complessiva: «La sospensione delle attivitò del Servizio Spdc a Olbia ha, ovviamente, ripercussioni pesanti per tutto il nord Sardegna. Ecco perché è necessario varare provvedimenti urgenti e abbiamo chiesto alla Asl di Olbia di muoversi in questo senso».

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