Il nuovo corso

Stamattina il primo “Regina Coeli” in piazza davanti a 150mila fedeli 

La visita di Prevost ai cardinali: «Piena adesione al Vaticano II» 

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Città del Vaticano. Un’affollatissima piazza oggi saluterà il primo Regina Coeli di Papa Leone XIV. A San Pietro sono attese 150mila persone da tutto il mondo per conoscere il nuovo Pontefice. Tra loro anche gli artisti di gruppi bandistici e dello spettacolo popolare, pronti a celebrare il loro Giubileo, reso ancora più speciale dall'elezione di Robert Francis Prevost. Corposo il piano sicurezza: migliaia di uomini e donne delle forze dell'ordine, affiancati dall'ormai collaudata rete di volontari che ogni giorno presidiano San Pietro e le vie limitrofe. Nella notte le bonifiche dell'area, e per l'ingresso in piazza è previsto un doppio controllo sui fedeli: prima ai prefiltraggi esterni e poi ai checkpoint con i metal detector.

La festa in musica

Il Giubileo delle bande è iniziato ieri con le esibizioni in 31 piazze del centro. «Oggi abbiamo invaso Roma - ha scherzato entusiasta il delegato della Santa Sede al Giubileo, monsignor Rino Fisichella -, è la bellezza del folklore del nostro popolo, la bellezza di essere qui». Una città tra show e preghiera. Artisti da tutto ill mondo hanno colorato le strade della Città Eterna, in processione verso la Porta Santa.

L’entusiasmo

«Per molti è un sogno che si avvera», commenta Maria, una docente della banda messicana “Panteras Rebolledo Marching Band” di Coapetec, Veracruz. «È una benedizione essere qui - le fa eco il direttore Jesus - la musica è un regalo di Dio». I tamburi e le chitarre accompagneranno la prima domenica da Papa dell'americano Robert Francis Prevost. In piazza San Pietro e su via della Conciliazione, così come per il funerale di Papa Francesco, ci saranno i maxischermi per consentire a tutti di seguire il primo Regina Coeli di Leone XIV. Sarà un test generale in vista dell'insediamento del nuovo Pontefice, in programma esattamente una settimana dopo, domenica prossima. In quel caso, in campo saranno oltre cinquemila tra uomini e donne delle forze dell'ordine, le scorte delle delegazioni straniere, dispositivi antidrone, tiratori scelti, cinofili, artificieri, duemila volontari e 500 steward.

Incontro con i cardinali

L'aiuto del Sacro Collegio, per un ruolo «chiaramente di gran lunga superiore alle mie forze, come a quelle di chiunque». La ripresa del nome da Leone XIII, perché la Chiesa oggi deve «rispondere a un'altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell'intelligenza artificiale». E un punto fermo: «Rinnoviamo la piena adesione al Concilio Vaticano II». È denso come un programma di governo, di vasta portata e lunga durata, il discorso di Leone XIV ai cardinali nell'aula nuova del Sinodo. Un confronto di due ore anche con numerosi interventi e scambi, sulla linea del pre-Conclave.

«Io umile servitore»

«Voi, cari Cardinali, siete i più stretti collaboratori del Papa, e ciò mi è di grande conforto nell'accettare un giogo chiaramente di gran lunga superiore alle mie forze, come a quelle di chiunque», dice Prevost, confortato dal fatto «che il Signore, che mi ha affidato questa missione, non mi lascia solo nel portarne la responsabilità» e sapendo «di poter contare sempre, sempre sul suo aiuto e sulla vicinanza vostra e di tanti fratelli e sorelle che in tutto il mondo credono in Dio, amano la Chiesa e sostengono con la preghiera e con le buone opere il Vicario di Cristo». Il Papa si definisce «un umile servitore di Dio e dei fratelli, non altro che questo». Si richiama agli «esempi di tanti predecessori, da ultimo quello di Papa Francesco, con il suo stile di piena dedizione nel servizio e sobria essenzialità nella vita, di abbandono in Dio nel tempo della missione e di serena fiducia nel momento del ritorno alla Casa del Padre. Raccogliamo questa preziosa eredità e riprendiamo il cammino, animati dalla stessa speranza figlia dellla fede».

Il Concilio Vaticano II

Uno dei punti centrali dell’intervento intervento programmatico è quello in cui Leone XIV vuole «che insieme, oggi, rinnovassimo la nostra piena adesione, in tale cammino, alla via che ormai da decenni la Chiesa universale sta percorrendo sulla scia del Concilio Vaticano II». E ricorda che papa Francesco «ne ha attualizzato magistralmente i contenuti» nell'Esortazione apostolica Evangelii gaudium: «Il ritorno al primato di Cristo nell'annuncio, la conversione missionaria di tutta la comunità cristiana, la crescita nella collegialità e nella sinodalità, l'attenzione al sensus fidei nelle forme più proprie e inclusive, come la pietà popolare, la cura amorevole degli ultimi, e degli scartati, il dialogo coraggioso e fiducioso con il mondo contemporaneo nelle sue varie componenti e realtà», spiega Prevost: «Sono principi del Vangelo».

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