Mentre in Spagna e in Portogallo i governi valutano l’istituzione di una commissione d’inchiesta, non vi sono ancora certezze sui fattori scatenanti che, dalle 12.33 di lunedì, come è stato confermato da Red Eléctrica - società che gestisce il servizio in Spagna - hanno provocato il collasso della rete elettrica.
Il caso
Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, intervenendo ieri al Tg di La7 ha ipotizzato però un coinvolgimento decisivo delle fonti rinnovabili. «La Spagna», ha spiegato il leader di Nomisma Energia, «era indicata in queste settimane come l'esempio del futuro dell'elettricità in Europa: abbondanza di fonti rinnovabili e prezzi molto bassi». Eppure, per Tabarelli, docente di ingegneria energetica all'Università di Bologna, «l'incidente obbliga a spingere verso una revisione di questa condizione: di sicuro, l'abbondanza di produzione da fonti intermittenti, come dal solare e dall'eolico, alle 12 quando c'è stato il picco di domanda e il collasso, non ha aiutato. Se a questo, poi, si aggiunge che mancava della capacità di base che di solito è a fonti fossili o a nucleare, e nell'eventualità in cui si accertasse un'influenza decisiva delle rinnovabili nel blackout, potrebbe profilarsi all'orizzonte anche uno scontro ideologico e politico sempre latente in Europa».
L’Isola
Ma l’interrogativo che molti si pongono è: in Italia, e quindi anche nella nostra Isola, potrebbero verificarsi situazioni simili? Secondo l’ingegnere Giovanni Cossu, che studia proprio i sistemi energetici e il loro impatto sui territori, la possibilità non è da scartare. «Il sovradimensionamento si può verificare con facilità soprattutto se si spinge troppo con le rinnovabili», spiega Cossu. «In verità, se si punta in prevalenza sull’eolico. Per un motivo molto semplice: il vento non ha una velocità costante. Anzi, sotto questo aspetto, è imprevedibile. Il fattore imprevedibilità comporta che questo andamento discontinuo possa mandare in tilt il sistema energetico, esattamente come è accaduto in Spagna. In Sardegna le centrali di Fiumesanto, Portovesme, quella idroelettrica del Taloro e la Saras, provvedono a garantire il fabbisogno energetico di base. L'apporto delle Fonti rinnovabili diventa sensibile soprattutto nelle ore lavorative diurne. Ma, ripartendo dall’origine del discorso, non siamo in grado di capire ora gli effetti sul sistema elettrico considerando che le rinnovabili al momento coprono solo una fetta dell'intera produzione energetica». Semafori spenti, ascensori bloccati, il traffico impazzito. In Spagna e in Portogallo anche le reti telefoniche hanno tenuto in totale isolamento interi territori.
La causa
Ora le autorità si interrogano e gridano al sabotaggio, ma la tesi del complottistica non pare essere l’unica sul tavolo: chissà che basti mettere a punto le strategie legate alla produzione e all’utilizzo dell’energia. Forse la vera causa del blackout che ha messo in ginocchio due Paesi.
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