A due giorni dalla prima volta del “Semestre filtro” scoppiano le polemiche. Il nuovo sistema utilizzato per sostituire i test d’ingresso per i corsi di laurea di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, secondo sindacati e studenti, penalizza e crea confusione soprattutto per i ragazzi con disabilità e disturbi specifici dell’apprendimento. Giovedì, alla Fiera, il primo dei due appelli simultanei in tutta Italia, il 10 dicembre la seconda prova.
La critica dei sindacati
«Gestione contraddittoria, equità negata e rigore punitivo negli esami del Semestre filtro». Francesca D’Agostino, della Flc Cgil, esprime tutte le sue perplessità sul sistema che ha sostituito i test d’ingresso universitari. La sindacalista solleva «questioni di equità e legalità» e critica «un modello di selezione eccessivamente rigido».
La prima bocciatura è sulla programmazione che concentra tre esami fondamentali (Fisica, Chimica e Propedeutica a Biochimica, Biologia) nello stesso giorno, «prevedendo un intervallo di soli quindici minuti tra le prove». Un «metodo punitivo» perché costringe lo studente «a rimanere sul posto fino al termine dell'ultima prova calendarizzata, anche durante l’ intervallo di 15 minuti tra un esame e l'altro, potendo spostarsi esclusivamente e unicamente per recarsi al servizio. Appare evidente che questa modalità non sia adeguata a misurare la preparazione accademica, ma la sola resistenza fisica e mentale degli studenti. Viene imposta una disciplina da caserma che non è consona a un contesto universitario, privando gli studenti di un minimo di recupero mentale e fisico».
Il nodo Dsa
Secondo Francesca D’Agostino, l’altro punto discriminante riguarda la contraddizione sugli studenti con Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) e disabilità. «Da un lato scrivono che possono fare richiesta di tempi adeguati, ausili e misure compensative, dall’altra vietano l’utilizzo di formulari e calcolatrici», la sua denuncia.
Esami e non test
Altro che Semestre filtro, per la sindacalista questi sono veri esami universitari. «La gestione delle prove di accesso è ibrida e contraddittoria. Gli esami del semestre filtro sono a tutti gli effetti esami di profitto, la cui valenza universitaria è inequivocabile: sono valutati in trentesimi e, in caso di mancato superamento della selezione per Medicina, i crediti formativi universitari ottenuti sono pienamente riconoscibili ai fini dell’iscrizione e della frequenza di altri corsi di laurea. Nonostante questa chiara natura di esami universitari, l’Amministrazione li sottopone alle restrizioni tipiche dei test d’ingresso a numero programmato».
Carico psicologico
Gli aspiranti medici e odontoiatri sono tra l’incudine e il martello. «Bocciamo nettamente la riforma, ha un carico psicologico inaccettabile», afferma Rebecca Pisanu, studentessa rappresentante di Unicaralis. «La nostra università è in tilt, le aule magne sono sempre occupate per le lezioni del Semestre filtro. Inoltre, l’obbligo di frequenza per i candidati è molto più restrittivo rispetto alle lezioni normali». Poi le questioni logistiche. «I candidati non hanno ancora lo status di universitari, un problema per l’accesso alle Case dello studente e alle borse di studio».
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