Sindacato.

La Uil sarda tende la mano agli immigrati 

Costituito un coordinamento per dare tutela ai 60mila stranieri nell’Isola 

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La Uil Sardegna annuncia la costituzione del coordinamento Immigrazione, un nuovo strumento stabile di tutela, rappresentanza e supporto per i cittadini stranieri presenti nell'Isola. A guidarlo sarà Gaia Garau.

La delega

«Vogliamo cambiare la narrazione», dichiarano la segretaria generale regionale Fulvia Murru e il segretario nazionale confederale Santo Biondo, al termine del primo incontro a Cagliari, «perché l'immigrazione non è un problema, ma una risorsa decisiva per il presente e per il futuro della Sardegna e del Paese».

I numeri

Nell'Isola vivono oggi circa 60mila cittadini stranieri, quasi il 4% della popolazione, con una forte presenza femminile e un ruolo fondamentale in settori come turismo, agricoltura, servizi, edilizia e assistenza familiare. «Senza la loro presenza interi comparti non potrebbero funzionare», sottolineano Murru e Biondo, «ma troppi lavoratori e lavoratrici vivono ancora in condizioni di irregolarità, con salari più bassi, sfruttamento, precarietà e assenza di tutele».

Servizi

Il nuovo coordinamento avrà il compito di rafforzare i servizi Uil e Ital - presente all'incontro il funzionario nazionale Antonio Duranti -, offrire assistenza giuridica e contrattuale, contrastare il lavoro nero, sostenere l'inclusione e costruire una rete stabile con istituzioni e associazionismo locale. La Uil si pone come «punto di riferimento certo, capace di offrire risposte immediate, competenza e tutela a chi arriva e a chi lavora qui».

Demografia

C'è poi l'emergenza demografica: «La Sardegna», ricordano i due dirigenti sindacali, «è tra le regioni che soffrono maggiormente lo spopolamento. Il contributo dei cittadini stranieri è essenziale per tenere vivi i territori, sostenere i servizi e dare continuità ai settori produttivi che altrimenti si spegnerebbero. Riconoscere i loro diritti», è la conclusione del ragionamento che fa la Uil, «significa lavorare per il futuro dell'intera comunità».

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