La Finanziaria riaccende il dibattito. Deidda (FdI): abbassate l’imposta, la competenza è sarda

Il taglio della tassa non decolla La proposta: tre euro tutto l’anno 

L’opposizione vuole annullare l’addizionale sui biglietti: «Usate i 30 milioni destinati al progetto di fusione»  

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La proposta arriva dal presidente della commissione Trasporti della Camera: «Perché, piuttosto che attuare la tassa di imbarco solo per determinati periodi», domanda il deputato di FdI Salvatore Deidda, «non si individua una via di mezzo, che la garantisca tutto l’anno ma a 3 euro e non più a 6,50 euro a passeggero?».

A cosa serve

La questione della tassa di imbarco aeroportuale in Sardegna (l'addizionale comunale sui diritti di imbarco) sta diventando un tema centrale per la permanenza delle compagnie low cost, prima fra tutte Ryanair. Ma dove finisce? Per la cronaca, dei 6,50 euro totali, 5 sono destinati alla gestione previdenziale dell'Inps (Fondo speciale per il personale del trasporto aereo), 0,50 finanziano il servizio antincendio negli aeroporti e 1 è destinato all'Enav per la sicurezza degli impianti.

La gestione

Se ne parla dai tempi della Giunta Solinas quando, verso la fine della legislatura, l’assessore ai Trasporti Antonio Moro aveva ipotizzato l'abolizione della tassa per incentivare le compagnie aeree a potenziare le rotte, in particolare nei mesi invernali. L'idea era che la Regione si facesse carico dei costi (circa 34-35 milioni all’anno) per compensare il mancato gettito versato allo Stato. Soldi che, per l’opposizione di centrodestra, sono disponibili: basterebbe utilizzare i 30 milioni da destinare all’acquisto della holding aeroportuale.

Da Solinas a Todde

Con l'insediamento di Alessandra Todde, l'approccio è mutato verso una linea di "apertura condizionata" al dialogo con i vettori. Si è fatta largo, in sostanza, la strategia della destagionalizzazione: a differenza della richiesta di Ryanair, che spinge per l'abolizione tutto l'anno, l'assessore al Turismo Franco Cuccureddu ha sposati l'ipotesi di eliminare la tassa solo per la stagione invernale. Questa scelta mira a favorire il turismo nei periodi di bassa stagione, evitando di sovvenzionare il traffico già elevato dei mesi estivi. Ma anche in questo caso non si è arrivati a sintesi, con un provvedimento subito applicabile, nonostante i tentativi di mediazione. Ryanair non l’ha presa bene, tanto che a febbraio ha lanciato un ultimatum: senza l’abbattimento della tassa di sbarco, la compagnia irlandese avrebbe ridotto la presenza sui cieli dell’Isola, minacciando tagli ai voli su Alghero e Cagliari, cosa che, in parte si è verificata. Nel caso di abolizione, ha invece promesso investimenti per 400 milioni e un incremento di 2 milioni di passeggeri nei prossimi cinque anni.

La situazione attuale

Il dibattito è rientrato nel vivo con la discussione della Finanziaria per il 2026. La Giunta sta valutando la fattibilità tecnica di una rimozione temporanea o parziale, considerando che altre Regioni come il Friuli Venezia Giulia e la Calabria hanno già adottato simili provvedimenti con risultati positivi sui flussi, tentando una mediazione orientata verso la destagionalizzazione, legando lo sgravio fiscale all'effettivo potenziamento dei voli nei mesi meno turistici.

La nuova proposta

Per Deidda è però il contesto globale a imporre estrema cautela: «Non è un periodo semplice», ha detto a margine di una riunione. «Esiste un problema mondiale nella fornitura di nuovi aeromobili dovuta alle politiche di greendeal e criticità nella manutenzione dei motori, che richiedono tempi lunghi. Per questo è necessario fare squadra, nel pieno rispetto delle leggi e della concorrenza. Occorre collaborazione da parte di tutti, anche attraverso accordi tra compagnie come il biglietto unico, per tutelare il diritto alla mobilità, oltre alle tratte obbligate per Roma e Milano, e servono maggiori voli non solo d’estate ma nei periodi delle feste di fine anno. Invito la Regione a portare avanti la riduzione dell’addizionale comunale di imbarco, soprattutto per Alghero, portandola a 3 euro tutto l’anno. Inutile dire che deve essere lo Stato a farlo: secondo l’accordo siglato dall’allora presidente Renato Soru, le competenze sono della Regione e pure i conti finanziari».

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