La famiglia politica e quella personale di Giorgia Meloni riunite all'ombra di Castel Sant'Angelo per la chiusura di Atreju, la kermesse di FdI. Seduti a terra, i ragazzi di Gioventù Nazionale. Dietro di loro, in prima fila, lo stato maggiore del partito, da Ignazio La Russa a Francesco Lollobrigida, passando per Giovanni Donzelli. E poi i leader della coalizione di centrodestra: Tajani, Salvini, Lupi e De Poli. «Ciascuno con le sue differenze», per dirla con le parole del leader leghista. Ma «in grado di fare sintesi», aggiunge il segretario azzurro. Tutti insistono sulla "coesione" del centrodestra. Calcano la mano sui terreni comuni: dalla difesa dell'identità cristiana alla battaglia sulla giustizia. Ed evitano fughe in avanti su questioni spinose come quella ucraina. Salvini sceglie di non citare proprio l'argomento, va avanti invece sui suoi cavalli di battaglia: dalla tassazione delle banche, all'uso "libero" del contante. Tajani insiste sul fronte aperto all'interno di FI e si rivolge ai militanti di FdI: «Non cambiate mai, se anche quando avrete i capelli bianchi come me manterrete lo stesso spirito, vi sentirete giovani. Io mi sento più giovane di tanti altri che hanno cambiato bandiera e hanno smesso di credere a certi valori».
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