La riforma

Giustizia, l’ok del Senato slitta al 22 

Ma la separazione delle carriere avanza, ieri il sì ai due Csm di giudici e Pm 

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Lo slittamento di cinque giorni del voto finale del Senato sulla separazione delle carriere non preoccupa la maggioranza, che ieri ha approvato il terzo degli otto articoli del testo. È l’articolo che dettaglia, dopo quello sulla separazione delle carriere, alcune norme cardine di questa riforma costituzionale, prevedendo due Csm i cui membri sono estratti a sorte: un meccanismo pensato per combattere le correnti interne alla magistratura ma che potrebbe rivelarsi un “baco” nell’attuazione della legge, segnala l’opposizione.

Il canguro

Prima dell’inizio della seduta la conferenza dei capigruppo ha accolto la proposta del presidente La Russa di far slittare il voto finale sulla riforma da giovedì prossimo a martedì 22. «Ci interessa l’appuntamento con la storia, non quello con la cronaca», ha detto il capogruppo di Fi Maurizio Gasparri per escludere ogni preoccupazione. E avvalorando questo atteggiamento l’Aula ha approvato l’articolo 3 del ddl Nordio, sul quale erano stati bocciati la scorsa settimana oltre 500 emendamenti. Ora altri 419 incombono sul successivo articolo 4, i primi 140 dei quali sono stati votati e respinti ieri grazie anche al meccanismo del “canguro”, che consente di valutare più emendamenti simili con un solo voto. L’articolo 3 prevede due Csm, uno per i magistrati requirenti ed uno per quelli giudicanti. Per i critici questo porterà a subordinare le procure al governo, oppure allontanerà i Pm dalla cultura della giurisdizione, con le sue garanzie per i cittadini, trasformandoli in superpoliziotti pronti a tutto pur di far condannare l’imputato. Per la maggioranza (ieri ancora silente in Aula) il doppio Csm invece rafforzerà la terzietà del giudice rispetto al Pm, che costituisce la miglior garanzia per l’imputato.

Il sorteggio

I due futuri Csm saranno composti per due terzi da magistrati estratti a sorte tra quelli che avranno i requisiti («Ci si affida allo Spirito Santo», ironizza il dem Graziano Delrio), mentre per i membri laici varrà il “sorteggio temperato”: saranno sorteggiati da un elenco eletto dal Parlamento in seduta comune. Il sorteggio assoluto per i magistrati (che sarà poi specificato in una legge attuativa) potrebbe costituire però un problema. Le toghe sorteggiate potrebbero rifiutare di entrare nei Csm (la coercizione sarebbe incostituzionale) e, se il rifiuto divenisse di massa per protesta, ci sarebbero problemi nella formazione dei due organismi.

L’Alta Corte

Palazzo Madama ha poi affrontato l’articolo 4, che istituisce una Alta Corte con competenze disciplinari oggi in Capo al Csm. In futuro quindi i due Consigli superiori avranno solo la funzione amministrativa di assegnazione degli incarichi. Anche qui sono arrivate le critiche delle opposizioni: per Roberto Cataldi del M5S la norma risponde a una logica «di vendetta politica nei riguardi dei magistrati». Tra oggi e giovedì il Senato dovrebbe concludere le votazioni sugli emendamenti residui, per poi prendersi una pausa fino al 22 per il voto finale.

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