Tutti assolti. I pilastri dell’accusa che sostenevano un sistema di malaffare per pilotare appalti pubblici in Barbagia e nel Mandrolisai è crollato. La Corte d’Appello di Cagliari ieri ha ribaltato la sentenza del Tribunale di Oristano: «Il fatto non sussiste» hanno ribadito i giudici assolvendo l’ingegnere di Tonara Salvatore Pinna, l’ex sindaco di Belvì Rinaldo Arangino, l’allora primo cittadino di Tonara Pierpaolo Sau; prosciolto per sopraggiunta prescrizione l’ex vicesindaco di Ortueri Pietro Crobu.
L’inchiesta
Il verdetto di ieri mattina pronunciato dalla Corte, presieduta da Giovanni Lavena, chiude in maniera clamorosa una vicenda giudiziaria iniziata undici anni fa. Era il 2014 quando la Procura di Oristano puntò la lente sul presunto intreccio fra pubblica amministrazione, tecnici compiacenti e imprese che per anni avrebbero pilotato gli appalti in mezza Sardegna. Un’inchiesta che fece tremare amministratori e professionisti, coinvolgendo anche personaggi di spicco della politica sarda fra cui il consigliere regionale Antonello Peru e il sindaco di Arzana Angelo Stochino (entrambi a processo in un altro filone dell’indagine). Il regista del sistema di corruzione, secondo la procura prima e i giudici di Oristano dopo, sarebbe stato l’ingegnere di Tonara Salvatore Pinna, titolare della Essepi Engineering che nel marzo di un anno fa era stato condannato a 7 anni e sei mesi per corruzione nel ramo dell’inchiesta sugli appalti in Barbagia e nel Mandrolisai. Erano stati condannati a 6 anni anche l’ex sindaco di Belvì Rinaldo Arangino e l’ex primo cittadino di Tonara Pierpaolo Sau, mentre all’ex vicesindaco di Ortueri Pietro Crobu era stata inflitta una pena di 4 anni e 3 mesi.
La svolta
Da subito Salvatore Pinna (assistito dall’avvocata Daniela Russo), Rinaldo Arangino e Pierpaolo Sau (difesi dal legale Massimiliano Ravenna), Pietro Crobu (tutelato da Gianfranco Sollai) avevano deciso di impugnare la sentenza e fare ricorso in Appello. Ieri sono arrivate le assoluzioni nel merito per alcuni capi di imputazione che si riferivano a specifici casi di presunta corruzione. Secondo il procuratore generale, che ha chiesto la conferma del verdetto di primo grado, Arangino come sindaco di Belvì e responsabile del servizio tecnico avrebbe favorito il titolare della Essepi Engineering e professionisti a lui vicini per l’assegnazione di incarichi di progettazione gestiti dai Comuni di Belvì e dal Gal Barbagia-Mandrolisai. In cambio avrebbe ottenuto vantaggi con consulenze affidate alla società Estro. L’ex sindaco di Tonara, Pierpaolo Sau, secondo l’accusa avrebbe favorito l’ingegnere aggiudicandogli appalti di servizi banditi nel proprio Comune. In cambio Pinna si sarebbe adoperato per l’assunzione di una persona alla Asl di Nuoro: avrebbe fornito i quiz che sarebbero stati sorteggiati per una selezione di infermieri all’ospedale San Francesco. Le difese hanno sempre insistito sulla estraneità ai fatti e sull’inconsistenza delle accuse chiedendo l’assoluzione. E ieri i giudici della Corte d’Appello hanno accolto la loro tesi. Prescritta la contestazione mossa a Rinaldo Arangino su presunti servizi remunerati affidati a Simona Vacca che, come responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Gadoni, in cambio avrebbe favorito la squadra di Pinna. Prosciolto per sopraggiunta prescrizione l’ex vicesindaco di Ortueri Pietro Crobu: secondo la procura di Oristano, violando il codice degli appalti, avrebbe favorito Pinna nelle progettazioni del suo Comune accettando la promessa di incarichi da parte di Enti locali sotto l’influenza dell’ingegnere della Essepi. Così si è chiuso il filone più grosso dell’inchiesta, ma ne resta aperto ancora un altro.
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