Il voto.

Cisl, Ledda confermato segretario 

Il congresso lo ha incoronato per la seconda volta alla guida del sindacato sardo 

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Pier Luigi Ledda fa il bis. Il segretario uscente della Cisl sarda è stato rieletto come leader del sindacato al termine del XIV Congresso organizzato lunedì e ieri a Cagliari. Ledda, 59 anni, sassarese, sarà affiancato da Federica Tilocca, 58 anni, di Burgos, e Mirko Idili, 55 anni di Ozieri, già membri della segreteria regionale.

Obiettivi

«Siamo un’organizzazione con una visione, una prospettiva e un progetto per il futuro, perché crediamo che il cambiamento non si attenda, ma si costruisca con impegno e determinazione», ha detto il rieletto segretario. «Sono convinto che questo percorso congressuale ci abbia reso più forti, più consapevoli, più pronti a esercitare il nostro ruolo con passione, responsabilità e determinazione. Siamo qui per stare al fianco delle persone, per ascoltare davvero, per costruire soluzioni, per portare proposte concrete. Porteremo avanti con convinzione le nostre battaglie: per il lavoro, per il bene comune, per l’inclusione e la giustizia sociale», ha concluso.

Appello

Chiudendo il congresso, il segretario nazionale Ignazio Ganga ha lanciato la necessità di riproporre «una nuova rinascita per la Sardegna, creando una sinergia tra fondi del Pnrr, fondi strutturali, fondo di sviluppo e coesione». «Bisogna - ha detto - mettere in campo un federalismo interno e una programmazione dal basso che dia ai territori una maggiore capacità di costruire il futuro. La Regione, a nostro avviso, deve entrare nell'ottica che si deve tenere i poteri che non può delegare agli enti locali, ma deve anche autonomamente, cosa che non è possibile fare oggi, con una dimensione fortemente accentrata».

Auguri

L’elezione di Ledda è stata salutata anche dalla Cgil: «Valutiamo positivamente le proposte contenute nella relazione sulla volontà di costruire un patto per il lavoro e lo sviluppo», ha scritto l’omologo della Cgil Sardegna, Fausto Durante, sottolineando «la necessità di un cambio di rotta da parte della Regione su sanità e welfare, trasporti, energia e politiche industriali».
E poi: «Sul piano generale restano le divergenze sui temi del salario minimo e delle politiche salariali, della legge sulla rappresentanza, della partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese, dell’autonomia differenziata, dei quesiti referendari su cui si voterà l’8 e il 9 di giugno. Ciò non ci impedirà di ricercare le ragioni e i terreni di impegno comune, nell’interesse del mondo del lavoro della Sardegna».

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