Selargius.

Bestemmia in Consiglio: scoppia il caso 

Tonino Melis nel mirino della minoranza: «Chieda scusa e venga sostituito» 

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Due parole, dette a microfono acceso, durante il dibattito in Consiglio comunale, che non sono passate inosservate. Sentite dai presenti, e soprattutto registrate per poi essere archiviate subito nel canale pubblico YouTube del Comune di Selargius, con tanto di sottotitoli generati in automatico che non lasciano spazio a dubbi.

È diventato un caso politico la bestemmia, pronunciata in Aula dal presidente del Consiglio comunale Tonino Melis. «Una frase grave, deve chiedere scusa», chiede Alberto Cappai, del gruppo Autonomisti sardi. «Mai bestemmiato in vita mia, se mi sono sfuggite quelle parole è stato per sbaglio e chiedo scusa», la replica.

Minoranza all’attacco

«Da consigliere, e prima ancora da cattolico, mi sono sentito in imbarazzo», dice il consigliere Cappai, assente in Aula in quel momento, dopo aver sentito la registrazione. «Dal punto di vista umano l’errore ci può stare, non è però consentito a un presidente che deve gestire un’Aula di un Comune come Selargius bestemmiare in diretta. Tanto meno se nel suo gruppo consiliare ha l’Udc, partito che mi auguro prenda le distanze da quanto detto da Melis. Credo sia arrivato il momento che il presidente venga sostituito, non è la prima volta che sbaglia, è stanco - probabilmente anche per una questione anagrafica - e ormai non è più in grado di ricoprire questo ruolo. E di questo il sindaco e la sua maggioranza devono tenerne conto».

Reazioni anche fuori dal Municipio, con lo spezzone della registrazione di Consiglio circolato nel fine settimana in diverse chat. «Ogni volta che sento una bestemmia, per me è una stoccata ad un fianco», il commento di Ignazio Sanna Fancello, esperto di tradizioni e cantore liturgico. «Conosco Tonino, e so quanto si sia sempre prodigato non solo per il sociale ma molto più nelle iniziative religiose del paese. Dovrebbe chiedere scusa, ma credo ne sia mortificato di questo inciampo».

Le scuse

Parole pronunciate «per errore», ammette l’87enne Melis che - oltre a chiedere scusa - ci tiene a ribadire il suo rispetto per la religione. «Mai bestemmiato in vita mia, non è nel mio stile offendere Dio. Se mi sono sfuggite quelle parole è stata una cosa del tutto involontaria, non ce l’avevo con nessuno se non con me stesso, e soprattutto nel caso abbia pronunciato quella frase chiedo scusa davvero a tutti. Me ne pento amaramente», aggiunge molto dispiaciuto, «perché è fuori da ogni mio possibile pensiero un’offesa di quel tipo».

Scuse che Melis – assicura – farà pubblicamente anche alla prossima riunione del Consiglio comunale.

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