L’Unione fa la forza: compiere 135 anni e sentirli tutti
«Scorrere decenni di cronache, il film di un’Isola che continua incessantemente a cercare il bandolo della matassa di uno sviluppo negato, riporta tutti con i piedi per terra, chi fa il giornale e chi lo legge»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Compiere 135 anni e sentirli tutti. E, contemporaneamente, vivere ogni giorno come se fosse il primo. Lo prevede la ragione sociale: un quotidiano racconta il tempo che abita, istante per istante. Prova a fornire chiavi di lettura, informazione, commenti. Scandaglia il presente con uno sguardo che tiene per la coda il passato. Non pensa di storicizzare sapendo di svolgere un ruolo de facto nella creazione di un sentire collettivo, il come sarà detto dai posteri. Parliamo di noi, scusate, del 135esimo compleanno de L’Unione Sarda.
Guardarsi dentro la pancia, senza indugiare troppo intorno all’ombelico, obbliga a un salutare esercizio di modestia. Scorrere 135 anni di cronache, il film di un’Isola che continua incessantemente a cercare il bandolo della matassa di uno sviluppo negato, riporta tutti con i piedi per terra, chi fa il giornale e chi lo legge. Nel senso che ci obbliga a riflettere, a ragionare davvero sul suolo che ci sostiene. Stiamo facendo abbastanza? Tacciamo per inadeguatezza su qualcosa? Stiamo contribuendo quanto ci spetta a creare un ponte fra ieri e domani? Aiutiamo abbastanza a immaginare futuri possibili, a segnalare le carie dietro pericolosi sorrisi iper-dentati che promettono progresso nascondendo le zone color grigio truffa (ogni riferimento alla speculazione energetica, per stare all’oggi, è voluto e non casuale)?
Sfogliare tante pagine storiche de L’Unione regala anche prospettive inedite e vertiginose su chi decide del nostro avvenire, sui detentori del potere di oggi e di ieri. Andrebbero obbligati per legge, i governanti, a rileggere gli articoli sulle carriere mirabolanti dei loro predecessori, seguite da discese ardite senza risalite, per taumaturgici bagni di umiltà. L’informazione resta, nonostante gli jettatori. Le superstar della politica un po’ come le Perseidi ad agosto: traiettorie luminose, poi talvolta improvviso buio.
Per i 130 anni, anniversario tondo, praticamente ieri ma in realtà già un lustro fa, avevamo fatto un lavoro di ricerca su temi (come il lavoro, le donne, le servitù militari) che attraversano orizzontalmente la vita dei sardi. Il titolo di queste righe fa riferimento proprio al refrain di allora, pensato per noi da Antonio Marras. Per i 135 ci siamo domandati qual è oggi l’argomento degli argomenti, il filo rosso che ci lega tutti.
Ne abbiamo individuato uno del quale trovate una trasposizione semplice qui accanto. Una signora avanti con gli anni, un bambino che forse è suo nipote, il mare, sullo sfondo il profilo della Sella del diavolo. E soprattutto il giornale, testimone di un sano e benaugurante passaggio fra generazioni di lettori. L’illustrazione è creata dall’intelligenza artificiale, interrogata dal nostro Claudio Rossi. È uno spunto di riflessione per la comunità tutta de L’Unione Sarda, un noi collettivo che include e non esclude: siamo pronti per il tempo dell’AI, per governare il futuro senza averne paura? Quando i lettori vorranno, ne riparleremo.
Siamo qui da 135 anni per questo.