«Bullismo, c’è poco da fare, anche se all’epoca non si usava questa parola».

L’attrice romana Benedetta Porcaroli, 25 anni, presto tra i protagonisti di una nuova versione de “Il Gattopardo”, racconta di essere stata bullizzata ai tempi in cui andava a scuola. I compagni crearono un gruppo in cui la chiamavano «piatta».
«Mi fa tenerezza – spiega in un’intervista al Corriere della Sera - non ricordo com’era la mia vita prima di diventare attrice, anche se non mi sento così cresciuta. Ma ricordo che ci rimasi male, ero ferita. I social spesso sono usati per affondare la lama. Si deve infierire. È tutto estremizzato. Io cerco di proteggere chi è in difficoltà».

L’interprete, diventata famosa con il personaggio di Chiara Altieri nella serie Netflix Baby, di Anna in 18 regali e Donatella Colasanti nel film basato sul massacro del Circeo La scuola cattolica, dall’11 gennaio sarà in Enea di Pietro Castellitto.

Poi su Netflix nella serie sul Gattopardo. « Siamo partiti dal libro di Tomasi di Lampedusa, in particolare l’ultimo capitolo, quello su Concetta che è il mio personaggio, e il rapporto ancestrale che ha col suo ingombrante padre, il principe, Kim Rossi Stuart. È un coming of age di questa ragazza che deve capire qualcosa della sua vita, in quell’Italia di metà ‘800. La sua incapacità di raccontarsi per come si sente, se deve amare o no. Non si abbandona a nessuno, non è felice».

Il provino, rivela, «l’avevo fatto per Angelica. Poi Tom Shankland, il regista, mi ha visto per Concetta e ha ragione lui. È stata una prova fisica durissima, sei puntate, 21 settimane. Quando sposo un progetto sono pronta a tutto, anche a farmi martoriare».

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata