Il cadavere a terra, con indosso solo un reggiseno, una pietra sulla fronte e vicino alle mani un coltello da cucina spezzato: così viene ritrovato il cadavere di Elisabetta Naddeo, 22enne di Tempio, il 27 ottobre 2002.

Era uscita di casa per comprare un cd e per mettersi d'accordo con un'amica per andare, più tardi, a prendere insieme una pizza. Ma a casa non era più tornata e il padre ne aveva denunciato la scomparsa intorno a mezzanotte.

A confessare l'omicido, diverse ore dopo, è un suo ex compagno di scuola, Giuseppe Zanichelli, 24 anni, di origine cilena, adottato da una famiglia gallurese, che viveva a poche centinaia di metri da Elisabetta.

Il suo racconto è agghiacciante: "L’ho colpita con un coltello da cucina, ma lei ha reagito, quindi l’ho colpita altre volte fino a quando non è caduta a terra. Allora l’ho soffocata, l’ho sistemata su una carriola e scaricata nell’angolo dietro il ripostiglio", quello vicino alla casa di Zanichelli.

Poi ha tentato di coprire il cadavere con del terriccio, per nasconderlo. Alla base del delitto ci sarebbe un amore non corrisposto; l'aver tolto i vestiti alla vittima, ha raccontato lo stesso giovane, serviva però solo per sviare le indagini.

Dopo l'omicidio, una decina le coltellate secondo l'autopsia, era tornato a casa, si era fatto la doccia e aveva infilato gli abiti nella lavatrice.

Al processo verrà condannato a 30 anni di carcere.

(Redazione Online/s.s.)

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