L’apice si è toccato sabato e domenica quando i bagnini di diversi stabilimenti cagliaritani hanno dovuto più volte dare assistenza ai bagnanti del Poetto punti dalle tracine, meglio conosciute come aragne. Così non è passato inosservato il via vai di bacinelle colme di acqua molto calda. Immergere la zona colpita è il primo rimedio per attenuare il dolore. Ma come mai questa recrudescenza? C’è un complice: il maestrale.

Lo spiega Daniela Fadda, microbiologa, presente a quattro degli episodi e che, amando immergersi con maschera e pinna armata di macchina fotografica, ha anche immortalato alcuni esemplari presenti a pochi metri dalla riva. «Le tracine, note a Cagliari come aragne, hanno un corpo mimetico che permette loro di nascondersi sotto la sabbia, lasciando scoperta solo la testa e le pinne dorsali. La prima pinna dorsale, nera, è dotata di 7 spine collegate a ghiandole velenifere. D’estate le aragne si avvicinano alla riva, soprattutto nelle ore più calde e nelle zone di mare calmo, ma è più frequente incontrarle dopo giornate di maestrale. Questo vento, infatti, spinge verso la costa acque più fredde di fondo (upwelling), rimescolando la sabbia e spingendo i pesci più piccoli a ripararsi vicino alla riva. Questi eventi creano condizioni favorevoli per le tracine, che a riva trovano riparo ma soprattutto abbondanza di prede».

Così basta mettere un piede in fallo e si viene punti.

La puntura di tracina è estremamente dolorosa. «Inizialmente si avverte un lieve pizzicore che si intensifica in maniera proporzionale alla quantità di tossina trasmessa, per cui le punture più gravi sono dovute ad esemplari di grosse dimensioni e alla puntura di più spine», prosegue Fadda. «Il veleno iniettato dagli aculei provoca un dolore acuto, che può essere accompagnato da gonfiore, arrossamento e, talvolta, nausea o vertigini. In rari casi si possono verificare crisi respiratorie e aumento della frequenza cardiaca. Anche se il veleno non è letale non va mai sottovalutata la possibilità di un’infezione (le spine vanno rimosse) e la reazione di blackout o panico che un simile dolore può causare se si sta nuotando». Rimedio immediato? «In caso di puntura il primo e più efficace rimedio è immergere rapidamente la parte colpita in acqua molto calda poiché il calore inattiva le proteine del veleno. È utile anche disinfettare accuratamente la ferita ed estrarre eventuali frammenti di aculeo. In caso di reazioni gravi o sintomi sistemici è necessario rivolgersi a un medico, che può somministrare analgesici o, nei casi più seri, terapie specifiche». Trucchi per evitare la puntura? «L’unico accorgimento efficace è l’uso di scarpette da scoglio o sandaletti».

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