Per 28 anni anni è stato il simbolo della divisione del mondo tra l'Urss e i Paesi del blocco occidentale capeggiati dagli Stati Uniti, oltreché una barriera fisica inviolabile, protetta da militari autorizzati a sparare, almeno fino al momento in cui l'Unione sovietica non ha iniziato a mostrare tutte le proprie debolezze, politiche ed economiche.

È l'epoca del leader Mikhail Gorbaciov, delle prime riforme e aperture verso l'esterno sotto la pressione internazionale, ma soprattutto della spinta interna per una svolta democratica, che il 9 novembre sfocerà in un vero e proprio assalto contro il Muro di Berlino.

L'autunno che segnerà per sempre la fine della Guerra Fredda, con il crollo della barriera creata per dividere la città simbolo della Germania.

A scatenare un evento di portata epocale è stata una scintilla, o per meglio dire una gaffe dell'allora ministro della Propaganda della Ddr Gunter Schabowski, che, incalzato dal corrispondente dell'Ansa Riccardo Ehrman circa la possibilità attraversare il Muro, si è lasciato sfuggire queste parole: "Se sono stato informato correttamente, quest'ordine diventa efficace immediatamente».

Di lì a poco una folla di berlinesi inizierà a marciare verso il Muro sotto lo sguardo impotente dei militari e dei poliziotti della Ddr, mentre sul versante Ovest i picconi iniziano a colpire e distruggere la barriera, finché un mattone dopo l'altro i berlinesi divisi da quasi un trentennio possono riabbracciarsi in mondovisione.

Poi, il 3 ottobre dell'anno successivo, finirà ufficialmente anche la parabola della Ddr, entrata a far parte della Repubblica Federale Tedesca.

Una lunga e drammatica pagina di storia iniziata la mattina del 13 agosto 1961, quando i berlinesi si svegliano scoprendo che sono iniziati i lavori di costruzione di una barriera che taglierà in due la città, le strade, le piazze, le scuole e persino i palazzi, dividendo in modo brutale gli spazi e le persone, e creando due mondi a sé stanti, senza possibilità di scambio o comunicazione.

Una spaccatura fisica e visibile, ma soprattutto simbolica, di quella rottura tra blocchi dominati dalle due super potenze occidentale e sovietica; un'opera difensiva, come diranno le autorità della Ddr, che in realtà serve a bloccare il flusso continuo di tedeschi verso Ovest. Flusso che verrà ridotto drasticamente dal Muro, dal filo spinato e dalle guardie armate, ma che continuerà fino al 1989, lasciandosi dietro una lunga scia di vittime e 5mila tentativi riusciti di fuga verso ovest.

(Unioneonline/b.m.)

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