#AccaddeOggi, 12 giugno 2003: vent'anni fa l'addio a Gregory Peck
Il 12 giugno del 2003, vent'anni fa, moriva a Los Angeles Gregory Peck.
Nato a La Jolla il 5 aprile 1916 da un farmacista irlandese e da un’insegnante di famiglia scozzese, durante un viaggio a New York nel 1938 rimase folgorato dallo spettacolo “I Married an Angel”.
Tornato a casa, si iscrisse alla Neighborhood Playhouse divenendone in breve la star indiscussa. Al cinema approdò con il ruolo di un partigiano russo in “Tamara, la figlia della steppa” di Jacques Tourneur e in abito talare per “Le chiavi del Paradiso” di John M. Stahl con cui si guadagnò la prima nomination all’Oscar.
Divenne un divo grazie a “Io ti salverò” di Alfred Hitchcock e fu adottato dai maggiori registi, amato dal pubblico anche in melodrammi come “Il cucciolo” (Clarence Brown, 1946) che gli fece nuovamente sfiorare l’Oscar, corteggiato persino dal tycoon David O’Selznick che lo scelse per “Duello al sole” in compagnia di Jennifer Jones (1946).
Nel 1953 incontrò William Wyler nella trasferta italiana di “Vacanze romane” in cui debuttava la giovanissima Audrey Hepburn. Fu la commedia romantica dell’anno, coniò uno stile, portò nel mondo il mito della Vespa e regalò a Gregory Peck il grande amore. Sul set conobbe la giornalista francese Véronique Passani e se ne innamorò all’istante: veniva dal tormentato divorzio dalla prima moglie, l’avrebbe sposata al ritorno a casa e i due non si sarebbero più separati fino alla morte di lui.
Dopo un decennio di successi, dal biblico “Davide e Betsabea” al nobile “L’uomo col vestito grigio”, dall’epico “Moby Dick” al teso “Il promontorio della paura”, per Gregory Peck venne finalmente l’ora dell’Oscar nel 1962 con “Il buio oltre la siepe” di Robert Mulligan. Avrà ancora successo, con Sophia Loren in “Arabesque”(1969), e incrocerà le spade con Laurence Olivier (“I ragazzi venuti dal Brasile", 1977), giocherà con se stesso apparendo in miniserie televisive come “Moby Dick” o in remake di classe (“Cape Fear” di Scorsese), ma accetterà quietamente di appartenere ormai a un altro tempo.
(Unioneonline/D)