Il Covid-19 evidentemente "uccide" anche i progetti di riconversione che dovevano rappresentare un'occasione di rilancio per un'industria in agonia. O forse l'incontro di ieri a Cagliari programmato per l'avvio dell'Agenda Industria è stato solo la testimonianza che un settore, quale quello della chimica verde, si trova ancora sotto terapia intensiva in attesa di risposte, positive o negative che siano.

Assenti al tavolo di confronto regionale il governatore Christian Solinas, l'assessore all'Industria Anita Pili e le imprese: l'incontro si è svolto alla sola presenza dei sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, Confindustria, Confapi e i tecnici della Regione. "Un incontro assolutamente deludente sia per parte politica sia per parte imprenditoriale in quanto mancavano le aziende - afferma Massimiliano Muretti, segretario Cgil con delega all'Industria - nonostante l'importanza degli argomenti da trattare. Invece la riunione è iniziata con le dichiarazioni che l'esponente della giunta sarebbe arrivato in ritardo invece non è proprio arrivato".

Due gli argomenti all'ordine del giorno: la chimica verde a Porto Torres e il problema dell'ex Alcoa nel Sulcis. Il 17 gennaio scorso il tema dell'Area di crisi complessa del nord Sardegna e in particolare la realizzazione del grande parco verde fermo al palo dal 2011, quando si firmò il Protocollo d'intesa con le istituzioni del territorio. "In quell'occasione l'assessore Pili assunse l'impegno di riconvocare un tavolo con tutte le aziende e le istituzioni, in accordo con il presidente Solinas - aggiunge Muretti - perché i temi sollevati rispetto ai ritardi sugli investimenti dovevano trovare una soluzione e una linea unica di condotta. In seguito il governatore si sarebbe fatto portavoce presso il governo nazionale per pretendere un impegno da Roma sugli investimenti di Eni, Versalis e Novamont". Eni di fronte alla ripresa dopo il lockdown ha contratto le attività e preannullato gli investimenti sulle manutenzioni straordinarie degli impianti esistenti, riducendo le attività e collocando i lavoratori in cassa integrazione, forza lavoro che attende di conoscere il loro destino occupazionale. "E se Eni ha dichiarato come positivo l'esercizio dell'annualità 2019 - conclude il sindacalista - crediamo debba essere la politica a chiedere alla multinazionale di sostenere con quelle risorse l'economia nel 2020".
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