Transizione è la parola d'ordine tra i 200 delegati riuniti a Cagliari per l'ottava edizione della Conferenza sulle "Clean coal technologies" (Cct 2017), organizzata al THotel da Iea Clean Coal Centre e Sotacarbo.

Una tre giorni (dal 9 all'11 maggio) animata dai contributi dei maggiori esperti del mondo dell'industria e della ricerca sul ruolo delle tecnologie più innovative e idonee a rispondere alla domanda di più energia e minor inquinamento.

I lavori sono stati aperti dal presidente della Regione Francesco Pigliaru, che ha salutato con soddisfazione la scelta di ospitare la conferenza in Sardegna, "unica regione italiana ad estrarre carbone nell'ultimo secolo".

Il presidente della Giunta, nonché presidente della Commissione Enve (Ambiente, clima, energia) del Comitato europeo delle Regioni, ha illustrato in sintesi la politica energetica regionale e il ruolo della Sotacarbo e dell'Università di Cagliari e di Sassari nello sviluppo delle nuove tecnologie in questo settore.

L'intervento del presidente Pigliaru era stato preceduto da quello del padrone di casa Alessandro Lanza: "Prima Sotacarbo si occupava solo di carbone, adesso i tempi sono cambiati e anche la nostra ricerca si è aperta a tutte le fonti di energia a basso contenuto di carbonio". Un compromesso possibile. Anzi obbligato, secondo il responsabile delle Politiche energetiche dell'Agenzia Internazionale dell'Energia Jean Francois Gagné, da percorrere senza pregiudizi ideologici ma con buon senso e praticità: "Per il terzo anno di fila le emissioni di CO2 non crescono. Un fatto senza precedenti, determinato dal calo dei fossili e da una crescita delle rinnovabili che è andata al di là delle migliori aspettative, perché sostenuta da scelte oculate. Tutte le fonti di energia hanno possibilità di avere un ruolo se combinate in modo opportuno e mirato a dar risposta ai problemi".

Il declino del consumo complessivo di carbone nel mondo è oggettivo ma non è omogeneo: in alcuni Paesi cresce, in altri scende rapidamente. Ecco la transizione: da fonte primaria a fonte di riserva, in grado di dare risposte ai Paesi in via sviluppo e di coprire e sostenere la crescita delle rinnovabili nelle economie più avanzate.

Ashok Ganesan, direttore di Ge Power, ha sottolineato come il problema energia riguardi tutto il mondo ma in modo diverso. E anche le risposte da dare al problema non sono così scontate: "Due miliardi di persone hanno energia insufficiente, un miliardo non ne ha. Questo è lo scenario su cui dovrebbero basarsi le politiche energetiche nazionali, pensando al problema su scala globale. Ad esempio ci sono ottime ragioni, sia ambientali che economiche, per migliorare l'efficienza delle centrali più inquinanti: recuperare il 5,5% di efficienza si traduce in una riduzione delle emissioni dell'11%. Per capirsi: è come se sparissero dalle strade 250 milioni di vetture. Forse vale la pena prestare attenzione a quelle centrali, anziché tenerle in attività sino a esaurimento".

Nel programma della Conferenza, che prevede tre sessioni in simultanea dalle 9 del mattino alle 18.30, il dibattito sul Trilemma dell'Energia, con la partecipazione tra gli altri di Nick Butler (Financial Times e Kings College) e Craig Morris (Institute for Advanced Sustainability Studies e Energiewende), si concluderà venerdì con la visita a Carbonia al Centro ricerche Sotacarbo e al museo del carbone, seguita nel pomeriggio da quella alla centrale Enel di Portovesme.
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