Crolli dei consumi e di conseguenza cali delle vendite che hanno toccato anche il 90 per cento dei fatturati. Blocco totale del canale horeca, ovvero ristoranti, hotel, catering, enoteche. E infine una netta contrazione della grande distribuzione. Poche battute, ma preoccupanti, per delineare una crisi del settore vitivinicolo sardo senza precedenti. Una congiuntura negativa innescata dallo stato di emergenza per la pandemia in atto che va ad aggiungersi alle tante sofferenze che il comparto ha vissuto negli ultimi anni.

Covid 19, dunque, con i suoi effetti devastanti non ha risparmiato vigne e cantine. E la fase 2 non sembra riservare grandi speranze. All'allarme lanciato da Assoenologi Sardegna che ha inviato una dettagliata lettera all'assessore regionale all'Agricoltura, Gabriella Murgia, per evidenziare il momento drammatico, si aggiunge l'appello sottoscritto dai presidenti di tutti gli 8 Consorzi di tutela vini Igt, Doc e Docg dell'Isola: Alessandra Seghene, Consorzio di tutela "Terre di Romangia" Romangia igt e Moscato di Sorso Sennori Doc; Giovanni Porcu, Consorzio Malvasia di Bosa Doc; Daniela Pinna, Consorzio Vermentino di Gallura Docg; Mario Moro, Consorzio Alghero Doc; Giovanni Pinna, Consorzio Vermentino di Sardegna Doc; Emanuele Garau, Consorzio Cannonau di Sardegna Doc; Francesca Argiolas, Consorzio di tutela Vini di Sardegna Doc; Sandro Murgia, Consorzio Vini di Cagliari. Un ampio tavolo di rappresentanza che mette insieme 14887 ettari coltivati, su un totale regionale di 27293, con 312mila ettolitri prodotti, l'80% del totale regionale di 526mila, con la produzione di eccellenze vinicole che per il 37% vengono vendute ed esportate in ben 19 Paesi del pianeta.

L'appello inviato al Presidente Christian Solinas chiede interventi in sinergia con gli assessorati Agricoltura e Turismo, «per creare un piano di comunicazione che sostenga la ripartenza del settore e lo rilanci in Italia e all'estero». E una sorta di "Piano Marshall" che «garantisca liquidità alle aziende e le ponga in condizione di affrontare la ripresa». Iniziative essenziali evidenziate dallo stesso presidente di Assoenologi Sardegna, Mariano Murru.

Misure agricole. Assoenologi e i Consorzi di tutela propongono tre "misure" fondamentali: agricole, correttivi finanziari e attività promozionali. Tra le prime lo snellimento della pratiche, il congelamento delle risorse del Programma nazionale di sostegno non impegnate nell'anno 2019-2020; l'aumento della quota di contributo dal 40 ad almeno il 60 per cento per incentivare le imprese ad investire; scadenze prorogate di 12 mesi, annullamento di tutte le sanzioni per chi non ha concluso e rendicontato le pratiche entro i tempi previsti; e una maggiore flessibilità sui mercati, con la possibilità di poter modificare, utilizzare e trasferire le misure già finanziate per i Paesi extracomunitari, estendendole ai Paesi della comunità europea. «Un punto importante per le Cantine è quello sulle eccedenze di vino per l'annata 2019», spiegano gli imprenditori vitivinicoli. «Chiediamo che la Regione si attivi presso il Ministero e la Comunità Europea per richiedere un aumento delle riserve (quota di vino utilizzabile su altre annate, attualmente pari al 15%, portandola fino al 30%). Questa misura, a costo zero, permetterebbe di incamerare una quota di riserva utile in particolare a sopperire alle esigenze di mercato di vini come il Vermentino, la cui produzione è stata fortemente danneggiata dalle gelate». Particolare attenzione poi ai prezzi: l'immissione di milioni di bottiglie invendute, in presenza di domanda scarsa, porterebbe a un crollo del valore. «Non possiamo deprezzare i nostri vini, c'è di mezzo la vita delle aziende: bisogna pensare a incentivi in favore della riduzione facoltativa di prodotto».

La parte finanziaria riguarda l'immissione veloce dei fondi previsti dal precedente decreto. Inoltre una moratoria dei pagamenti sui mutui e scadenze fiscali, con posticipazione delle scadenze al 2021. «Il credito d'imposta per i crediti inesigibili, previsto dal decreto Cura Italia, dovrebbe essere facilmente fruibile in compensazione per contributi, imposte e tasse. Infatti, la moltiplicazione degli insoluti per chiusura delle attività di ristorazione, bar e rivendite, sarà inevitabile e arriverà a percentuali importanti». Infine la promozione. «Sarebbe opportuno creare un fondo dedicato espressamente alla promozione: nel momento in cui questa emergenza sarà terminata, si scatenerà una competizione fortissima tra Paesi produttori a livello internazionale in cui dovremmo assolutamente farci trovare preparati, mettendo in evidenza tutte le nostre eccellenze». Sarà fondamentale fare sistema. «La collaborazione tra i diversi settori dell'agroalimentare, del turismo, dell'ambiente e della cultura sarà indispensabile per un'azione vincente». Per questo diventa indispensabile «una campagna promozionale istituzionale nazionale dedicata al made in Italy (altri paesi produttori come la Spagna hanno già iniziato a preparare il consumatore al dopo epidemia con appositi messaggi pubblicitari), una campagna istituzionale specifica sulle eccellenze della nostra Regione e un finanziamento alle aziende e ai consorzi di tutela perché possano svolgere al meglio il loro ruolo di tutela e promozione. Inoltre finanziamenti per strutture dedicate all'enoturismo da realizzare presso i vigneti». Poi le richieste per la partecipazione alle Fiere di settore: «Sarebbe auspicabile reindirizzare i fondi già stanziati per manifestazioni del settore per campagne promozionali istituzionali, oppure per partecipazione ad altre fiere internazionali già previste in autunno». Un grande piano di intervento concreto che non tralascia neppure i trasporti e la Continuità territoriale merci.
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