Dal 2030 in poi, prima di poter vendere un’abitazione, il proprietario potrebbe essere obbligato a eseguire interventi di riqualificazione energetica, commisurati allo stato di partenza dell'abitazione e alla classe di efficienza energetica che può raggiungere.

Si tratta di una proposta ancora in fase di studio da parte della Commissione europea, che martedì presenterà un nuovo pacchetto di provvedimenti per la riduzione delle emissioni climalteranti.

Per quanto riguarda gli edifici, l’obiettivo è quello aggiornare la direttiva Ue del 2018 con una sfida molto ambiziosa per le case nuove, che dal 2030 dovrebbero essere a zero emissioni.

Per gli edifici vecchi la portata del rinnovo obbligatorio della classe energetica dovrà essere proporzionata e fattibile rispetto alla classe di partenza dell'immobile e il proprietario potrebbe far rientrare costi dell'operazione nell’ambito della compravendita. Restano esclusi dalla misura gli edifici storici.

L'introduzione graduale di standard minimi obbligatori di prestazione energetica per i diversi tipi di edifici sarà un elemento fondamentale della nuova direttiva. Le abitazioni rientrano infatti tra gli ambiti prioritari di azione del Green Deal, dal momento che sono responsabili del 40% del consumo energetico totale e del 36% delle emissioni di gas serra legate all'energia nell'Unione.

Inoltre, gli interventi di riqualificazioni rappresentano una vera e propria leva per la creazione di lavoro. In questo senso si sta valutando anche la possibilità di incentivare gli interventi delle società elettriche ed energetiche in quanto capaci di assumersi il rischio del finanziamento iniziale e di ripagare gli investimenti con i risparmi sull'energia.

Contraria alla proposta della Commissione Ue è Confedilizia, che parla di "una misura che lederebbe i diritti dei proprietari".

(Unioneonline/F)

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