''L'ipotesi di una possibile procedura di infrazione è estremamente allarmante".

Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan a proposito delle divergenze tra Roma e Bruxelles sui conti pubblici italiani.

Per questo, ha aggiunto il ministro intervenendo al Senato, "l'aggiustamento della dinamica del saldo di finanza pubblica è indispensabile''.

La procedura di infrazione, ha sottolineato il ministro, ''comporterebbe una riduzione di sovranità sulle scelte di politica economica e, soprattutto, comporterebbe costi ben superiore alla finanza pubblica del Paese''. Di conseguenza ci sarebbe ''una sottrazione di risorse per il pubblico, la crescita e l'occupazione, a seguito del probabile aumento dei tassi d'interesse''.

Nel dettaglio, ha precisato Padoan, il governo ha deciso di intervenire non attraverso una manovra estemporanea ''ma attraverso misure bilanciate di aggiustamento e sostegno'' della crescita.

''Si tratta di una riduzione necessaria dell'indebitamento netto strutturale rispetto al tendenziale di 0,2 punti Pil - ha rimarcato il numero uno del Tesoro - con un aggiustamento che si compone per un quarto di tagli di spesa selettivi e altri tre quarti da misure sulle entrate''.

Padoan ha anche detto che ''un miliardo di euro è atteso dal rafforzamento di misure contro

l'evasione fiscale'' e che gli interventi verrano adottati ''al più tardi entro fine aprile'', in coerenza con i tempi del Def.

Le parole di Padoan arrivano dopo che Bruxelles ha chiesto al governo una correzione dei conti pubblici pari a 3,4 miliardi di euro, per non incorrere in provvedimenti d'infrazione.
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