Sono stati 241 i siti-fake, ossia irregolari, scoperti nel 2020. Un aumento consistente se paragonato a quello degli anni precedenti: 50 nel 2017, 103 nel 2018, più del doppio, 168, nel 2019 (+63% sull'anno precedente.

"Purtroppo - spiega Monica Satolli, presidente regionale dell'Unione Nazionale Consumatori Sardegna - il dato di 241 siti irregolari non corrisponde ai siti chiusi, e questo perché, incredibilmente, all'Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, ndr) non è ancora stato dato un potere autonomo di oscurare e chiudere i siti irregolari senza dover ricorrere alla magistratura. Un potere invece dato ad altre Authority come la Consob. Un vuoto che il legislatore dovrebbe subito colmare, insieme all'altra grande ingiustizia, quella di non aver attenuato le sanzioni per l'automobilista che in perfetta buona fede circola senza la copertura assicurativa essendo vittima di una truffa e avendo sottoscritto una polizza falsa, distinguendolo da chi irresponsabilmente e con dolo non si è assicurato. La multa prevista dall'art. 193 comma 2 del Codice della strada è sempre e comunque da 868 a 3.471 euro".

L'associazione ricorda poi che nel 2019, per la violazione dell'art. 193 del Codice della strada, sono state comminate dalle forze dell'ordine 177.029 multe, 66.801 da carabinieri, 55.747 dalla polizia e 54.481 dai vigili dei comuni capoluogo.

Tra i consigli al consumatore per evitare di incappare nelle truffe ci sono quello di controllare, prima del pagamento del premio, che i preventivi e i contratti siano riferibili a imprese e intermediari regolarmente autorizzati, consultando l'elenco presente sul sito dell'Ivass; considerare inoltre che i pagamenti dei premi effettuati a favore di carte di credito ricaricabili o prepagate sono irregolari, così come i pagamenti effettuati a favore di persone o società, non iscritte negli elenchi ufficiali. Infine i siti online o i profili social degli intermediari italiani che svolgono attività on-line devono sempre indicare alcune informazioni come l’indirizzo della sede, il recapito telefonico, il numero di fax e l’indirizzo di posta elettronica certificata, il numero e la data di iscrizione al Registro unico degli intermediari assicurativi e riassicurativi nonché l’indicazione che l’intermediario è soggetto al controllo dell’Ivass.

I siti o i profili social che non contengono le informazioni sopra riportate non sono conformi alla disciplina in tema di intermediazione assicurativa ed espongono il consumatore al rischio di stipulazione di polizze contraffatte.

(Unioneonline/s.s.)
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