Governo Meloni al lavoro per sciogliere il nodo dei crediti incagliati dei bonus edilizi, dopo l’ok al decreto legge che dispone lo stop a sconto in fattura e gestione dei crediti. Due le ipotesi al vaglio al momento, che saranno sul tavolo negli incontri con le parti in programma: la cartolarizzazione e le compensazioni tramite i modelli F24 presentati in banca. 

Per oggi pomeriggio alle 17.15, sono stati convocati a Palazzo Chigi i presidenti delle associazioni di categorie interessate dalla norma: Ance, Confindustria, Confedilizia, Confapi e Alleanza delle Cooperative Italiane. Ma prima il governo sentirà il parere dei soggetti finanziari coinvolti: l'Abi, in rappresentanza del sistema bancario; Cassa depositi e prestiti, come braccio operativo economico ma anche per il suo ruolo di controllo di Poste; Sace, società controllata dal ministero dell’Economia che ha svolto un importante ruolo di garanzia sui prestiti erogati per dare ossigeno alle imprese durante crisi Covid.

LE DUE IPOTESI – La cartolarizzazione dei crediti è un meccanismo che prevede l'individuazione delle risorse incagliate, la costruzione di «pacchetti» di crediti da cedere poi sul mercato con società veicolo specializzate. Quest’ipotesi richiede però tempi lunghi.

L'ipotesi F24, invece, è quella avanzata insieme dall'Associazione bancaria italiana e dai costruttori dell'Ance, che hanno anche chiesto al governo anche di sollecitare l'acquisto di crediti da società pubbliche controllate dallo Stato. In pratica, le banche, che non possono più acquistare nuovi crediti perché hanno esaurito lo spazio di smaltimento fiscale nei prossimi anni, potrebbero scaricare i debiti compensandoli con gli importi dei pagamenti fiscali fatti dai clienti con i modelli F24 ai propri sportelli con un costo immediato per lo Stato.

MELONI DIFENDE L’OPERATO DEL GOVERNO – Nelle ultime ore è stata la stessa premier Giorgia Meloni, guarita dall’influenza, a difendere il decreto sul superbonus 110%, che «a ogni italiano è costato 2mila euro», dopo le parole di Silvio Berlusconi, che ha chiesto l'apertura di un tavolo di maggioranza prima che la norma inizi l'iter di esame parlamentare in commissione alla Camera.

«Quando spende lo Stato, nulla è gratis», ha spiegato la leader di Fratelli d’Italia, aggiungendo che il costo totale dei crediti del superbonus attualmente è di 105 miliardi di euro e che «se lasciassimo il superbonus così com'è, non avremmo i soldi per fare la finanziaria». Secondo Meloni, inoltre, «ci sono state moltissime truffe, circa 9 miliardi di euro di truffe».

(Unioneonline/F)

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