Al congresso della Cisl, ad Arborea, il presidente della Regione ha fatto il punto sulla posizione della Sardegna nel corso dei momenti più duri della pandemia e sulle prospettive per i prossimi decenni.

"La pandemia – ha detto Christian Solinas - ha costretto a rivedere l'agenda politica dei Governi di tutto il mondo, e ha determinato effetti sul sistema economico assolutamente senza precedenti. Pur nelle difficoltà, la Giunta regionale ha realizzato e messo in campo, come la Banca d'Italia e la Corte dei Conti hanno attestato, misure efficaci che stanno dando un risultato positivo". La Sardegna, ha sottolineato, è la regione che nel corso della pandemia “ha investito maggiori risorse proprie rispetto a tutte le altre per fronteggiare gli effetti della crisi, e offerto strumenti, a partire dal Fondo Resisto fino agli aiuti del comparto del turismo e a molte altre categorie, che hanno garantito sostegno e resistenza. Ma si rischia di fallire – ha ammonito - se a questo impegno finanziario non fa riscontro il capitale umano necessario, e cioè se il settore pubblico non ha al suo interno le risorse per poter fare arrivare in tempi rapidi alle imprese e alle persone queste risorse. Gli ultimi vent'anni di politiche di mancata copertura del turn over, di contrazione violenta degli organici nelle pubbliche amministrazioni in tutti i settori - ha aggiunto il governatore - sono stati un fallimento, un errore strategico e storico. Oggi vengono al pettine nodi strutturali, come l'evidenza che un sistema sanitario non può reggere con migliaia di esodi annuali più o meno incentivati, senza copertura, senza nuove assunzioni".

Tra i temi toccati nel suo intervento, anche quello dello spopolamento: “La questione delle zone interne riguarda tutti. Certamente in primo luogo coloro che vivono in territori ormai quasi del tutto privi dei servizi essenziali, ma anche il resto della cittadinanza ne è coinvolta. Nella Finanziaria di quest'anno abbiamo deciso una misura immediata che desse un'iniezione di liquidità sulle zone interne in chiave di lotta allo spopolamento. Offrire a chi non ha prospettiva la possibilità di restare nel proprio paese è il primo tassello perché non chiuda la bottega, il bar, la scuola, non chiudano gli altri servizi. Abbiamo quindi ritenuto indispensabile accompagnare le famiglie alla natalità, riconoscendo per ogni nascituro un sostegno di 600 euro ogni mese, per i primi 5 anni di vita, per consentire di programmare un futuro dei nostri bambini”.

Nella Finanziaria inoltre è prevista la possibilità di un contributo per chi apre un'attività in quelle stesse zone, per chi decide di ristrutturare casa nei centri storici dei piccoli Comuni sotto i 3.000 abitanti.

L’intento è quello di “configurare la Sardegna, agli occhi del mondo, come un ecosistema favorevole agli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione. In questo senso va letto, non solo simbolicamente, il grande investimento che stiamo facendo nel sostenere il progetto dell'Einstein Telescope a Lula. L'Einstein Telescope sarà il più grande progetto di rilevatore delle onde gravitazionali al mondo. Per i prossimi 50 anni, ricercatori di tutto il mondo verranno in quella sede e proporranno una domanda di servizi, che alimenterà quindi quella particolare località della Sardegna e tutte le zone interne”. E, ancora, altro progetto messo in rilievo dal presidente è quello che riguarda i pozzi delle miniere della Carbosulcis, che hanno rappresentato un problema storico per anni e che erano in via di chiusura definitiva. “In uno di questi pozzi, con l'Università di Cagliari e l'Università di Princeton, abbiamo concordato il progetto ‘Aria’, e realizzato la prima torre di distillazione in Sardegna dell'Argon, un gas nobile, che cederemo all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare”.

Per Solinas fondamentale si rivelerà “rinegoziare le condizioni della nostra specialità”, le capacità per riconoscerla “si sono perse” ad esempio quando “nella sottoscrizione dei trattati istitutivi dell'Unione Europea, altri Paesi hanno inserito esplicitamente le proprie isole per esentarle dall'applicazione delle normative sugli aiuti di Stato. Questo è il caso delle Canarie, delle Azzorre, di altre realtà territoriali esentate dall'applicazione di una serie di norme, regolamenti, direttive comunitarie, che hanno, nel tempo, indebolito la nostra struttura produttiva. La continuità nei trasporti - ha detto ancora il presidente - è un problema di coesione territoriale. È un problema che interroga l'Unione Europea, lo Stato italiano. Le nostre autostrade sono, per le merci, le stive delle navi, e sono per i passeggeri, soprattutto gli aerei. Sono un'infrastruttura immateriale che si chiama linea aerea o marittima. Non esiste un'autostrada che abbia una tariffa differenziata tra chi sale e chi scende. Ecco perché insistiamo sul fatto che la Sardegna abbia diritto non solo a linee aeree adeguate, in termini di frequenza e di aeromobili, ma anche a una tariffa unica che consenta a noi di andare verso il resto del mondo, ma anche al resto del mondo di venire verso di noi. Sui trasporti, sulla continuità territoriale, non può essere lasciato tutto al libero mercato, come vorrebbe l'Unione Europea".

"E allora - ha aggiunto - quella per un presidio pubblico, una serie di linee di rotte e di frequenze garantite con una convenzione, con l'utilizzo degli oneri di servizio pubblico o con una compagnia esattamente come accade in Corsica o in tante altre parti del mondo, credo sia una battaglia che si può fare anche insieme. Nell'ultima Finanziaria è prevista una somma che ci consentirà di avere lo studio di un piano industriale serio, che potrebbe portarci non solo a governare la nostra continuità territoriale, ed essere finalmente noi quelli che scelgono le frequenze, le rotte, gli aeromobili, ma anche a recuperare quel patrimonio di competenze e di capacità che nella lunga storia di Alisarda e poi Air Italy si sono consolidate".

Su questi e altri temi Solinas ha chiarito che “il sindacato e la politica regionale possano e debbano in questo particolare momento storico sedersi attorno a un tavolo, per indicare una via che metta al centro gli interessi di quest'Isola sia sotto il profilo dell'approvvigionamento energetico che sotto altri temi di importanza vitale. È mia intenzione chiedere al Presidente Draghi, prima che dalla Sardegna emerga una posizione condivisa, di non emanare alcun decreto che imponga e faccia calare dall'alto le scelte sull'energia in Sardegna. Coinvolgerò - ha concluso - tutte le forze sindacali e le Università, per cercare insieme una nuova via e la soluzione ad una visione mortificante e penalizzante per la nostra terra".

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