Siccità, il grido d’allarme degli agricoltori: «Non costringeteci a scelte drammatiche»
Coldiretti Nord Sardegna: «Far decidere quali colture salvare e quali condannare alla morte non è accettabile. Così si distrugge un intero settore»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Far scegliere agli agricoltori quali colture salvare e quali lasciare in balia della siccità, condannandole alla morte, rappresenta la negazione dell’agricoltura moderna. Una prospettiva drammatica che, a causa della mancanza d’acqua e dell’assenza di una programmazione efficace del sistema idrico nel Nord Sardegna, sembra essere sempre più probabile, come emerso anche recentemente dagli ultimi incontri. Così si rischia di mettere in ginocchio l’intero settore agro-pastorale per il prosieguo dell'anno».
È l’allarme di Coldiretti Nord Sardegna, che mette ancora sotto la lente le persistenti difficoltà che stanno colpendo il mondo agricolo del territorio.
«Da tempo abbiamo acceso i riflettori sulla gestione idrica e avanzato proposte concrete per risolvere le criticità, ma molte di queste sembrano essersi arenate nei meandri della burocrazia istituzionale - denunciano il presidente e il direttore di Coldiretti Nord Sardegna, Antonello Fois e Marco Locci - ci siamo seduti ai tavoli tecnici, abbiamo elaborato soluzioni e presentato proposte alla politica, ma a oggi queste sembrano essersi perse nelle stanze delle istituzioni. La scarsità d’acqua non può costringere i produttori a scelte drammatiche, con conseguenze devastanti per il settore agricolo e per l’intera economia locale».
Intanto i principali bacini idrici della zona, in particolare nella Nurra, come il Cuga, hanno raggiunto livelli allarmanti, compromettendo l’approvvigionamento idrico per l’agricoltura. «La disponibilità attuale si attesta intorno ai 5 milioni di metri cubi d’acqua – spiega Coldiretti -, a fronte di un fabbisogno di almeno 30 milioni per garantire la sopravvivenza delle coltivazioni. Un livello estremamente preoccupante che lascia presagire una stagione irrigua drammatica».
«Le voci di centinaia di agricoltori e allevatori – proseguono da Coldiretti – scesi in piazza nei mesi passati e nelle scorse settimane per manifestare e incontrare le istituzioni, non sono state ascoltate. Nonostante alcuni progressi, come l’utilizzo delle acque reflue depurate, i nodi strutturali restano irrisolti. La mancanza di una programmazione efficace del sistema idrico nel Nord Sardegna continua ad aggravare la crisi, mentre gli agricoltori restano senza risposte e senza certezze.
Con la stagione estiva ormai alle porte e riserve idriche ai minimi storici «le prospettive sono tutt’altro che rassicuranti – concludono Fois e Locci - Coldiretti proseguirà nel pressing sulle istituzioni, in particolare quelle regionali, affinché vengano adottate misure concrete e urgenti per affrontare l’emergenza. È indispensabile rendere concreto un piano di sistemazione del sistema idrico per garantire un futuro sostenibile all’agricoltura sarda e prevenire ulteriori danni economici e sociali. La situazione nel Nord Sardegna richiede interventi immediati e una pianificazione a lungo termine per rispondere alle sfide poste dai cambiamenti climatici e dalla gestione delle risorse idriche».
(Unioneonline)