Adesione massiccia stamane, a Cagliari, alla manifestazione promossa dalla Cgil e dalla Uil a livello nazionale, in occasione dello sciopero generale di otto ore, proclamato per chiedere la modifica della legge di Bilancio del governo Draghi. 
In piazza dei Centomila, in base a una stima dei rappresentanti sindacali, si sono ritrovate più di 5mila persone, provenienti da varie le zone della Sardegna. 
Oltre che nel capoluogo sardo, sono state organizzate manifestazioni anche a Roma, Milano, Bari e Palermo. Coinvolti tutti i settori produttivi del pubblico e privato - dall’industria, alla scuola, al commercio - ad eccezione della sanità e dei servizi collegati, impegnati a garantire i servizi essenziali e il diritto prioritario alla salute dei cittadini in questa fase di emergenza pandemica. 
Al centro delle rivendicazioni ci sono fisco, pensioni, politiche industriali, contrasto alle delocalizzazioni e alla precarietà, sanità, non autosufficienza e scuola. Sono questi, per gli esponenti sindacali, i punti critici di questa manovra, considerata da entrambe le Confederazioni inadeguata. 

(foto Bullegas)
(foto Bullegas)
(foto Bullegas)

Oltre ai segretari generali regionali, i confederali e di categoria, ha partecipato anche il segretario confederale nazionale della Cgil, Roberto Ghiselli, che ha osservato come oggi si debba “guardare al mondo del lavoro in un modo nuovo, dando una prospettiva anche dopo la pandemia per incentivare uno sviluppo e un’occupazione che siano di qualità. Ci sono tanti soldi da investire. Si possono sprecare, non spendere o spendere bene. Noi vogliamo che vengano spesi bene per creare lavoro stabile, con buone retribuzioni, e per permettere a tutti, soprattutto ai più giovani, di potersi costruire un futuro”. 
A proposito della mancata adesione della Cisl, Ghiselli ha ammesso che “ogni strappo sindacale, naturalmente, è doloroso. Noi abbiamo fatto una valutazione diversa e pensiamo di avere le nostre buone ragioni per scioperare e manifestare”. 
Il segretario generale regionale della Cgil Sardegna, Samuele Piddiu, ha chiarito che con la protesta di oggi si stanno “rivendicando condizioni migliori per tutte quelle fasce di popolazione che in questi anni sono rimaste indietro ed escluse. Anche la pandemia ha determinato un’ulteriore sperequazione. Chi prima stava bene, oggi sta ancora meglio, e chi stava male, ora si trova in una condizione di maggior disagio”. 
La segretaria generale regionale della Uil Sardegna, Francesca Ticca, ha sottolineato che “in Sardegna ci sono persone che in inverno non possono permettersi il riscaldamento, perché prendono 630 euro al mese e devono pagare l’affitto nelle case popolari e mangiare. La realtà è questa. Una manovra che nella grande economia e finanza può andar bene, perché dopo anni mette in corsa risorse importanti, in Sardegna ha purtroppo una ricaduta minima. Ecco perché va rivista”. 
In piazza è stato posizionato anche un maxischermo per consentire ai presenti di seguire gli interventi finali della manifestazione in Piazza del Popolo, a Roma, dei segretari generali nazionali della Cgil Maurizio Landini e della Uil PierPaolo Bombardieri.

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