Ottanta turisti su cento visitano una piccola porzione della Sardegna, pari solo al dieci per cento del territorio che si affaccia sul mare.

Lo stabilisce un Rapporto di Eager Analytics, azienda tecnologica con sede a Sassari, che analizza i comportamenti dei viaggiatori nell’isola e che si basa su un campione di 170 mila utenti e più di 35 milioni di data points e aggregati raccolti negli ultimi tre anni.

Ne consegue che la Sardegna è per certi versi un’isola inesplorata dal turismo se solo il venti per cento dei visitatori decide di andare oltre quella piccola porzione di territorio che rappresenta appunto il dieci per cento.

I dati dell’anno in corso, rilevati da Eager con l’App turistica HoS Heart of Sardinia, dimostrano che la massa del turismo si raccoglie su una superficie di 3.005 km quadrati sui 24.090 dell’intera isola. 
Carlo Gaspa, Ceo di Eager, spiega: «Il carico turistico si concentra soprattutto sulle coste e nel nord Est dell’isola in una superficie che equivale quasi all’estensione della sola Provincia di Oristano».

Eppure la domanda è cresciuta del 26% ma le mete rimangono sempre le stesse e vedono Olbia, Cagliari e Alghero in testa alla graduatoria.

Con alcune differenze: Olbia presenta una forte stagionalità, da giugno ad agosto, mentre Cagliari e Alghero registrano una presenza turistica inferiore in valori assoluti ma diluita tra primavera e autunno. Cagliari è la meta cresciuta maggiormente nei mesi di gennaio ed aprile. Nella classifica delle destinazioni più gettonate figurano Stintino, La Maddalena, Dorgali, Orosei, Arzachena, Baunei e Siniscola. Tra le destinazioni emergenti, non presenti nella top 10, spiccano Villasimius che ha avuto un aumento del 19%, Castiadas (18%) e Domus de Maria (18); seguono Muravera, Sant’Antioco e Pula.

«Si confermano alcuni trend emersi nel periodo post pandemia - afferma Carlo Gaspa – le persone si muovono di più nel contesto regionale, (+17% sul 2021); cresce l’interesse per i viaggi culturali a Barumini, Tharros, Nora, Santa Cristina» e per i parchi naturali, Porto Conte, l’Asinara e Tavolara. 
Funziona molto bene il numero chiuso: alcuni dei luoghi che hanno adottato il sistema di prenotazione non solo hanno avuto un aumento della domanda interna ma hanno favorito la crescita di tutta l’area circostante. È il caso di Cala Goloritzè dove la gestione controllata ha permesso la crescita di mete alternative come Cala Mariolu e Cala Sisine.

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