Aumentano le imprese in Sardegna, ma per il settore artigiano è sempre più crisi.

È il dato che emerge dall'ultimo report del Centro studi della Cna Sardegna sulla nati-mortalità delle

imprese italiane nel 2019 (dati Movimprese, rilevati sui Registri delle imprese delle Camere di commercio italiane da Unioncamere-InfoCamere).

Scorrendo i numeri, come detto, il sistema imprese regionale nel 2019 ha fatto registrare +1359 unità.

Per contro, le nuove iscrizioni all'albo delle imprese artigiane sono state 2.076 a fronte di 2.504 cessazioni: un saldo negativo, dunque, di 428 imprese.

E guardando l'ultimo decennio i dati si fanno ancora più neri: dal 2008, infatti, si sono perse nell'isola 8.588 attività artigiane, una flessione del 20% sullo stock complessivo, con il numero di imprese artigiane attive si è ridotto del -1,2%.

Nel dettaglio, tengono il settore alberghiero, la ristorazione e i servizi, mentre torna il segno meno nell'agroalimentare ed è sempre più critica la situazione dell'edilizia (12.734 imprese edili nel 2019, contro le 12.856 dell'anno prima e le 13.004 di fine 2017).

Su base territoriale, invece, si assiste a vero e proprio un crollo del settore in provincia di Oristano con una riduzione delle imprese attive 5,7% sul 2018 causa il blocco delle iscrizioni all'Albo.

"La flessione regionale - commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu - rispettivamente presidente e segretario regionale Cna - è dovuta per lo più al crollo verticale del tessuto artigiano della provincia di Oristano che negli ultimi anni oltre a combattere con gli effetti della crisi, ha dovuto affrontare il blocco dell'attività dell'Albo delle imprese artigiane, paralisi che di fatto ha inibito alle imprese locali la possibilità di iscriversi al medesimo".

"Un blocco - chiosa Cna - da imputare alla Regione Sardegna che non rende operativa la convenzione con la locale Camera di Commercio, di fatto cagionando un gravissimo danno economico agli artigiani Oristanesi".

(Unioneonline/l.f.)
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