Retribuzioni inferiori fino al 32% rispetto agli uomini, un importo medio delle pensioni inferiore di circa 450 euro e un tasso di disoccupazione di 3 punti percentuali più alto.

Sono solo alcuni dei dati che fotografano il “gap” contro cui sono costrette a scontrarsi ogni giorno le donne in Sardegna. Un divario che caratterizza però tutto il mondo del lavoro e l’ambito sociale italiano.

Una «situazione preoccupante», avverte Diletta Mureddu, sindacalista Cgil e presidente del Comitato provinciale Inps di Cagliari. Vania Satzu (Acli) parla invece di «Talenti sprecati». 

Di qui l’appello, in occasione dell’8 Marzo, festa internazionale della donna: «Servono correttivi, incentivi e occupazione di qualità». 

L’articolo completo di Cristina Cossu su L’Unione Sarda in edicola, sull’app e nell’edizione digitale

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