"Prima o poi la mozione parlamentare e l'applicazione integrale delle norme vigenti e dei trattati internazionali ratificati dall'Italia avranno effetti importanti su un fatturato, quello della Rwm, che dipende in maniera rilevante dalle esportazioni verso l'Arabia Saudita: per l'azienda sarà facile delocalizzare la produzione senza preoccuparsi del futuro delle risorse umane che potranno essere scaricabili proprio perché assunte, realisticamente, per far fronte alla imponente commessa saudita".

Partendo da questa premessa il Comitato Riconversione Rwm chiede un incontro al presidente della Regione auspicando di "essere ascoltato in merito alla possibilità di salvaguardare l'occupazione dei lavoratori della Rwm". Non certo un cambio di strategia per il sodalizio composto da una trentina di sigle nazionali e internazionali della galassia pacifista (e non solo) da sempre contrarie all'attività della fabbrica, quanto un tentativo di "salvaguardare il lavoro e non invece l'azienda".

A sinistra i portavoce del Comitato Riconversione Rwm: Cinzia Guaita e Arnaldo Scarpa (foto L'Unione Sarda - Farris)
A sinistra i portavoce del Comitato Riconversione Rwm: Cinzia Guaita e Arnaldo Scarpa (foto L'Unione Sarda - Farris)
A sinistra i portavoce del Comitato Riconversione Rwm: Cinzia Guaita e Arnaldo Scarpa (foto L'Unione Sarda - Farris)

Nella lunga missiva, inviata anche agli assessorati all'Industria e al Lavoro, ai Comuni dell'Iglesiente e ai sindacati, il Comitato non offre alternative alla produzione di bombe ma si propone di partecipare ad una profonda riflessione sull'economia del territorio.

"La politica - si legge nella lettera - non può sottrarsi al suo ruolo di indirizzo economico e sociale, dirigendo lo sviluppo del territorio con un deciso e coraggioso colpo di timone verso soluzioni veramente rispettose dell'ambiente e del capitale umano che la nostra terra ancora ci offre".
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