Bocciato dall’agenzia Standard & Poor's con una D, il colosso delle costruzioni italiano Astaldi rischia il fallimento per il crollo del titolo in Borsa - ieri pari al 28% - e per le elevate esposizioni bancarie con gruppi come Intesa, Bnp Paribas e Bpm.

Solo qualche giorno fa la società aveva presentato domanda di concordato preventivo "con riserva" al Tribunale di Roma, con la conseguente sospensione dei pagamenti in essere, tanto da spingere la Borsa a vietare la vendita allo scoperto del titolo.

Colpa di un debito accumulato del valore di circa 1 miliardo e 90 milioni di euro, ma soprattutto della grossa commessa per la costruzione del ponte sul Bosforo in Turchia, il Paese nel mirino della speculazione finanziaria da cui Astaldi sta cercando invano di uscire.

E il possibile default del gruppo mette a rischio infrastrutture aperte nel nostro Paese: dallla linea metropolitana 4 di Milano alla galleria del Brennero, passando per la tratta dell'alta velocità tra Napoli e Bari e tra Verona e Padova.

Fondamentale per le sorti della società sarà l'ok del Tribunale al concordato richiesto, che permetterebbe ad Astaldi di progettare un piano di salvataggio ed evitare il fallimento vero e proprio.

(Unioneonline/b.m.)
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