Via libera all'unanimità oggi in Conferenza unificata Stato-Regioni-Comuni al Decreto sulle Aree idonee del ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica con le norme per individuare le zone in cui far nascere nuove installazioni di impianti per la generazione di energia da fonti rinnovabili. Un testo rivisto dopo il dibattito aperto dalla Regione Sardegna,

Per l'assessora regionale all'Ambiente Rosanna Laconi, che ha partecipato alla Conferenza con l’assessore all’Industria Emanuele Cani, «l’intesa è il risultato di un grosso lavoro avvenuto in questi due mesi, non era scontato perché abbiamo ereditato un decreto penalizzante per tutte le Regioni e soprattutto per la nostra. In particolare abbiamo lavorato per difendere il nostro territorio da una speculazione in atto».

Quali obiettivi sono stati raggiunti? «Intanto - spiega - la possibilità per le Regioni di programmare sulle aree idonee e non idonee dove realizzare gli impianti Fer. Saranno quindi le Regioni a decidere come fare la transizione energetica».

L’altro punto riguarda l’off shore: «Abbiamo ottenuto che la potenza prodotta sia riconosciuta al 100% alla Regione con l’impianto prospiciente alle nostre coste«. E poi, «lo stralcio dell’articolo 10 che faceva salvi i procedimenti avviati».

Per Emanuele Cani, «la Regione ha fatto proposte ragionevoli che il governo ha capito di dover accogliere, abbiamo costruito un’ottima relazione politica istituzionale con le altre Regioni, e ottenuto un grande risultato. Finalmente la Sardegna può decidere il quadro normativo di riferimento. Ora dobbiamo lavorare per individuare entro 180 giorni le aree idonee».

La videoconferenza
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COSA PREVEDE IL TESTO – Il Decreto ministeriale ha lo scopo di «individuare la ripartizione fra le Regioni e le Province autonome dell'obiettivo nazionale al 2030 di una potenza aggiuntiva pari a 80 Gw da fonti rinnovabili rispetto al 31 dicembre 2020, necessaria per raggiungere gli obiettivi fissati dal Pniec» e di «individuare superfici e aree idonee e non idonee» per gli impianti.

Il provvedimento fissa con una tabella gli obiettivi di nuova potenza rinnovabili anno per anno per ciascuna regione, dal 2021 al 2030.

Su richiesta della Regione Sardegna, che guida la Commissione tecnica Ambiente ed Energia della Conferenza delle Regioni, l'eolico offshore concorrerà per il 100% al raggiungimento delle quote regionali, e non solo per il 40% come nella prima bozza del decreto.

Ancora, il Decreto dispone che spetta alle Regioni e alle Province autonome individuare le aree idonee e non idonee agli impianti di rinnovabili, entro 180 giorni dall'entrata in vigore del provvedimento.

Le Regioni e le Province autonome possono concludere fra loro accordi per il trasferimento statistico di determinate quantità di potenza da fonti pulite. Il Ministero dell'Ambiente vigila sul raggiungimento delle quote previste e, in caso di inadempimento, può intervenire con poteri sostitutivi.

Il Decreto indica inoltre a Regioni e Province autonome una serie di criteri per individuare o escludere l'idoneità delle aree, a cominciare dalle «esigenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, delle aree agricole e forestali, della qualità dell'aria e dei corpi idrici, privilegiando l'utilizzo di superfici di strutture edificate, quali capannoni industriali e parcheggi, nonché di aree a destinazione industriale, artigianale, per servizi e logistica, e verificando l'idoneità di aree non utilizzabili per altri scopi, ivi incluse le superfici agricole non utilizzabili».

Il provvedimento stabilisce anche che «sono considerate non idonee le superfici e le aree che sono ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela». Nella prima stesura del decreto, era invece scritto che queste aree «possono essere considerate non idonee», previsione che aveva provocato l'opposizione delle Regioni.

Il testo precisa anche «le Regioni possono stabilire una fascia di rispetto dal perimetro dei beni sottoposti a tutela di ampiezza differenziata a seconda della tipologia di impianto, proporzionata al bene oggetto di tutela, fino a un massimo di 7 chilometri».

Il provvedimento – infine - salva da tutti i nuovi vincoli gli impianti già esistenti e i loro rifacimenti.

COSA SUCCEDE ORA – Adesso il decreto passerà al Consiglio di Stato per la bollinatura e poi sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale. Le Regioni, quindi anche la Sardegna, avranno 180 giorni di tempo per legiferare in applicazione del decreto legge.

(Unioneonline)

Contributi e immagini da Roberto Murgia

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