La corsa dei rincari sembra ormai senza fine.

L’aumento medio percepito sfiora il 5%: la pasta cresce a doppia cifra (+10%), anche le verdure (+13,5%), senza considerare il comparto energetico, dove le tariffe sono salite mediamente del 43% (con punte del 55%).

"Una deriva preoccupante, soprattutto perché pensioni e stipendi sono fermi. Paghiamo sempre noi. Il mio terrore è che molti produttori, visto il rincaro delle materie prime, facciano ricorso a forniture scadenti e si abbassi la qualità”, spiega Giuliano Frau, presidente regionale dell’Adoc, Associazione difesa orientamento consumatori.

Un’altra sigla, Assoutenti, ha calcolato le ripercussioni sulle tasche dei cittadini sulla base dei rincari registrati dall’Istat: 38,5 miliardi in tutta Italia. Una stangata che in Sardegna ha il contorno netto di 1 miliardo di euro, circa 1.500 euro a famiglia. Tra i prodotti alimentari di largo consumo il pane ha subito a gennaio un incremento del +3,9% rispetto allo scorso anno, che per la famiglia tipo equivale a 36 euro in più all’anno. Per la verdura bisognerà aggiungere altri 60 euro. Ma ad aumentare sono anche i prezzi di acqua minerale (+3%), gelati (+4%) e succhi di frutta (+4,8%).

LE PROTESTE – Non va meglio in campagna, anzi. E per questo il movimento dei pastori sardi ha deciso di farsi sentire di nuovo, a tre anni dalle clamorose proteste che attraversarono l’Isola da un capo all’altro.

Questa mattina gli allevatori si troveranno sulla Carlo Felice, al bivio di Codrongianos. Di sera un altro appuntamento, sulla 131 Dcn, all’altezza del ponte tra Bitti e Sologo, uno dei luoghi simbolo della protesta del 2019. 

LA BENZINA – Nella morsa dei rincari finisce anche il pieno di benzina. Un aumento vertiginoso del prezzo, salito del 5,8% in meno di un mese e mezzo. E proprio in questi giorni a farne i conti è la Sardegna: anche qui, ormai, viene spesso superata la soglia dei 2 euro al litro. Un'escalation che ci riporta indietro nel tempo.

"Mai così cara negli ultimi dieci anni”, è l'allarme lanciato dalle associazioni dei consumatori. “I due euro si superano solo negli impianti serviti mentre nel self service il prezzo si ferma attorno a 1,9, comunque elevato – premette Andrea Pusceddu, presidente regionale di Federconsumatori -. Si tratta di rincari che rientrano nel fenomeno generale dell'aumento di prodotti energetici, dovuto agli aumenti delle materie prime, situazione aggravata negli ultimi giorni dalle condizioni geopolitiche. In ogni caso attraverso il sito del Mise è possibile individuare il distributore più vicino col prezzo più basso”.

(Unioneonline)

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