Per la dignità del lavoro e la libertà di tutti e contro l'astensionismo «per cambiare leggi balorde fatte da governi sia di destra sia di sinistra». Sono queste le ragioni del sì ai cinque quesiti del referendum su lavoro e cittadinanza espresse dal segretario nazionale della CGIL, Maurizio Landini, in piazza stamattina a Olbia, tra le tappe della campagna referendaria per portare gli elettori alle urne l'8 e il 9 giugno prossimi.

Invoca la mobilitazione sociale e la partecipazione politica, Landini, per avviare un cambiamento che riaffermi la libertà delle persone e un modello sociale opposto alla logica del profitto e del mercato che, ha detto, «negli ultimi venticinque anni non ha risolto i problemi e ha determinato condizioni di vita non più sopportabili».

Contro l'invito a disertare le urne che serpeggia tra le forze di Governo, il segretario della CGIL dice: «È un errore politico pericoloso con il tentativo di utilizzare il malcontento della popolazione per suggerire che tanto non cambia nulla». E, invece, aggiunge Maurizio Landini, «è il momento di prendere parte e il referendum consente di decidere direttamente senza delegare nessuno: non si vota per qualcuno ma per qualcosa, per sé stessi, per migliorare i propri diritti, quelli dei propri figli e di chi lavora».

Nella sua tappa olbiese per dire basta alla precarietà, alle morti sul lavoro e ai licenziamenti ingiusti, Landini ha incontrato alcune categorie di lavoratori e il sindaco, Settimo Nizzi.

© Riproduzione riservata