Nonostante il Recovery fund, la ripartenza della Sardegna è a rischio. A lanciare l'allarme sono il presidente dell'Anci Emiliano Deiana e i sedici sindaci dei centri urbani più popolosi, tra i quali Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano, Quartu, Olbia e Alghero. In una lettera-appello chiedono al presidente della Regione, Christian Solinas, di recuperare «progetti concreti, utili e realizzabili per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dei trasporti ferroviari». Il Piano nazionale di ripresa e resilienza li contempla, ma solo in modo residuale per la Sardegna. Situazione difficile «L'Isola», scrivono gli amministratori, «registra una condizione di rilevante sottosviluppo su tutte le sei missioni del Piano, che si evince dai dati drammatici sullo spopolamento, sulla disoccupazione, sulla dispersione e l'abbandono scolastico». Una situazione che potrebbe pregiudicare la ripartenza. Il Pnrr «prevede uno sviluppo delle rinnovabili lontano dai bisogni energetici immediati e futuri e nessun progetto di sviluppo della Rete ferroviaria, in particolare per quelle zone dell'Isola prive di collegamenti o sottosviluppate sul piano strutturale». Il ritardo I primi cittadini fanno l'elenco dei gap di cui soffre l'Isola, in particolare per energia e mobilità. Innanzitutto eolico e fotovoltaico sono sviluppati in misura inferiore a tutte le altre regioni meridionali e insulari, poi la produzione di energia elettrica avviene per il 76% in impianti termoelettrici tradizionali e la produzione da carbone si attesta sul 36%, la più alta d'Italia. Ancora: il phase out al 2025 sul carbone appare irrealizzabile, non essendo previsti progetti per impianti di generazione di EE sostitutivi dei quasi 600 megawatt di produzione oggi a carbone o combustibile solido. Per quanto riguarda le infrastrutture ferrate, la Sardegna non dispone di una rete ferroviaria elettrificata e a doppio binario (se non in una minima parte) e la trazione, conseguentemente, è prevalentemente a gasolio. Va da sé che i tempi di percorrenza sull'asse nord-sud si attestano su ben oltre tre ore e mezza. La strada dell'Autonomia Arriva l'invito a Solinas a fare buon uso della specialità di cui gode la Regione. L'Autonomia, spiegano, «può dirsi realizzata solo coinvolgendo le istanze locali nella programmazione e progettazione del futuro», ed «è frutto di lotte e di sacrifici del popolo sardo. È ancora attuale solo se funzionale allo sviluppo e non, come invece appare, al ripiegamento di fronte alle sfide dei tempi e della modernità, all'incapacità di decidere oltre l'orizzonte dell'immediato consenso». Il meeting dei governatori Il presidente, da parte sua, ha parlato ieri di ripartenza in occasione del "Secondo meeting nazionale" dei governatori della Lega. Collegato in videoconferenza, ha fatto un passaggio su turismo e trasporti: «Si preannuncia una stagione di ripresa, lo dicono gli indicatori e i resoconti delle associazioni di categoria sulle prenotazioni». Quanto ai trasporti, «restano uno dei nodi della stagione, non dobbiamo dimenticare che lo scorso anno si è registrata la più grande crisi del comparto aeronautico mondiale». «Puntiamo sulla ricerca» Turismo a parte, Solinas vede negli investimenti sulla ricerca la svolta per la Sardegna. «Stiamo puntando su progetti importanti come la riconversione dei pozzi minerari, che ha portato alla realizzazione di una torre di distillazione del gas argon che sarà ceduto all'istituto nazionale di fisica nucleare. Inoltre», ha aggiunto, «come Regione siamo candidati a ospitare l'Et Einstein Telescope, progetto di telescopio per le onde gravitazionali da due miliardi di euro: renderebbe la Sardegna attrattiva per un circuito di scienziati da tutto il mondo».

(ro. mu.)

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