Sospesi i lavori della plenaria del Consiglio europeo chiamato a decidere sul piano per la ripresa da 750 miliardi e sul bilancio Ue 2021-2027. Dopo quasi due giorni di serrati negoziati, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, prima di incontrare privatamente la Von Der Leyen, interviene su Facebook e ammette: "Siamo in una situazione di stallo".

"TRATTATIVA COMPLICATA" - "Si sta rivelando complicato, molto più complicato del previsto. Sono tante questioni su cui ancora stiamo discutendo e che non riusciamo a sciogliere. E' in atto un confronto duro con l'Olanda e i Paesi frugali", spiega il premier.

"Stiamo cercando e dobbiamo trovare una sintesi, perché è nell'interesse di tutti - aggiunge Conte - ma certo anche mantenendo bene le coordinate più importanti, a partire dal fatto che gli strumenti devono essere proporzionati alla crisi ed effettivi, cioè efficaci. C'è bisogno di una risposta pronta, collettiva, solida, robusta".

I DUE NODI PRINCIPALI - Diversi i temi sul tavolo, due quelli più divisivi. L'entità delle sovvenzioni a fondo perduto, 500 miliardi secondo il piano approvato da Commissione e Parlamento Ue. Il presidente del Consiglio Ue Charle Michel ha messo sul tavolo una proposta di compromesso che prevede tra le altre cose una riduzione a 450 miliardi delle sovvenzioni a fondo perduto. Potrebbe anche essere accettabile per l'Italia, ma i Paesi frugali chiedono che la somma scenda addirittura a 150 miliardi di euro.

Poi c'è la questione dell'unanimità, richiesta dal premier Rutte per dare il via libera all'erogazione dei fondi del Recovery ai singoli Stati. Per l'Italia è una richiesta "inaccettabile, che non permette di sbloccare l'intesa".

L'AFFONDO DI CONTE CONTRO I "FRUGALI" - Prima della sospensione dei lavori Conte ha tenuto un intervento "molto duro", attaccando l'approccio "ben poco costruttivo con cui alcuni Paesi stanno affrontando la discussione, dimostrando scarsa consapevolezza della crisi epocale che l'Europa sta vivendo e della necessità di una pronta ed efficare reazione".

Particolarmente duro l'attacco all'Olanda, che vuole ricavarsi il potere di veto sull'erogazione dei fondi. "Una cosa inaccettabile giuridicamente e inattuabile politicamente perché altera l'assetto istituzionale europeo".

"L'Italia - ha aggiunto il premier - ha deciso di affrontare di sua iniziativa un percorso di riforme che le consentano di correre, ma pretenderà una seria politica fiscale comune, in modo da affrontare una volta per tutte surplus commerciali e dumping fiscali, per competere ad armi pari".

Un chiaro messaggio a Rutte quest'ultimo. L'Olanda infatti si configura come un vero e proprio paradiso fiscale interno all'Europa, dove trasferiscono la propria sede diverse aziende, anche italiane.

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata