Sono state solo quattro le segnalazioni di potenziali irregolarità nella Pubblica amministrazione fatte nel 2019 alle autorità da parte degli stessi dipendenti. Un numero esiguo, registrato dall'annuale rapporto Whistleblowing 2019 pubblicato da Transparency International Italia che conferma, a dieci anni dal varo della legge apposita che tutela le "soffiate", quanto ancora ci siano remore nel denunciare colleghi infedeli.

Il 2019 ha visto l'associazione impegnata su più fronti: con ALAC - Allerta Anticorruzione con il quale viene fornito supporto ai whistleblower nel loro processo di segnalazione, con WhistleblowingPA attraverso cui viene offerta gratuitamente a tutte le Pubbliche Amministrazioni una piattaforma per le segnalazioni, e con l'attività di advocacy per l'approvazione a livello europeo della direttiva sul whistleblowing e la sua successiva trasposizione in Italia.

Nell'Isola, come detto, sono state inoltrate 4 delle 88 segnalazioni complessivamente arrivate. Il Lazio è la regione con il numero più alto (14) che si riferiscono principalmente ad episodi di frodi (25), favoritismi e clientelismi (25). La sanità rimane il settore più critico con ben 34 segnalazioni.

"La soddisfazione per i successi ottenuti non può però farci pensare che il nostro lavoro sia finito qui, anzi - ha sottolineato il presidente Virginio Carnevali - Purtroppo, chi segnala irregolarità è nella pratica ancora troppo poco tutelato, sia per delle evidenti carenze nell'attuazione delle normative, sia per la cultura del nostro Paese che ancora identifica il whistleblowing con la delazione, piuttosto che con un atto di coraggio a difesa della collettività. Per questi motivi il nostro impegno non può che continuare".
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