I sindacati lo avevano previsto: Quota 100 ha fatto il botto in Sardegna nel mese d'esordio. Le richieste di pensionamento anticipato sono state quasi tremila, divise più o meno equamente tra settore pubblico e privato.

Una partenza bruciante che ha però di fatto prenotato già un quarto dei fondi stanziati dal Governo per far fronte a tutte le adesioni del 2019. Risorse che ora, a detta di molti, potrebbero non essere più sufficienti a coprire l'intero triennio di sperimentazione.

I NUMERI - I dati diffusi dalla direzione regionale Inps, aggiornati al 27 febbraio, stanno confermando la tentata fuga di massa dal mondo del lavoro: in Sardegna sono state 2.921 le richieste di adesione a Quota 100, 1.431 delle quali arrivate da dipendenti pubblici, mentre ai lavoratori privati sono intestate le restanti 1.490.

"Una pressoché parità che può sorprendere - osserva Paolo Matta, direttore regionale del patronato Inca-Cgil - visto che il comparto privato conta circa il triplo degli addetti del pubblico. In realtà i dipendenti della Scuola avevano tempo fino al 28 febbraio per regolarizzare la domanda e questo può aver condizionato le statistiche. Anche se non mancano lavoratori privati di imprese in difficoltà che stanno cercando di mettersi al riparo da crisi definitive".

La ripartizione provinciale vede il Sassarese davanti a tutti con 779 richieste, seguito dal Cagliaritano (694), Sud Sardegna (655) e le province di Nuoro (425) e Oristano (368).

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