Dopo la speranza tutto tace.

L'iter di acquisizione della società di spedizioni Nexive da parte di Poste Italiane, ratificata oramai dal 29 gennaio e accolta positivamente dalla Slc Cgil regionale, sembra essersi arenata.

Il sindacato ha espresso infatti preoccupazione per i tempi incerti dell'effettivo passaggio dei lavoratori attivi nell'Isola nell'organico della società controllata dallo Stato.

I circa novanta lavoratori in Sardegna, già penalizzati dal part-time imposto da Nexive nonostante le otto/nove ore al giorno di lavoro in media, oggi sono in cassa integrazione e attendono di sapere se, come e quando potranno firmare il nuovo contratto.

Nulla è stato chiarito nell'ultimo incontro fra i sindacati nazionali e i responsabili di Poste Italiane, che non hanno risposto alle sollecitazioni nonostante la legge sul trasferimento dei rapporti di lavoro (articolo 47 della 428 del 1990) disponga che il tutto avvenga entro precise e stringenti tempistiche.

"Prendiamo atto che Poste ha ritenuto di accelerare l'iter soltanto in alcune sedi nel resto d'Italia, procedendo con i distacchi dei lavoratori Nexive" ha detto il segretario regionale Slc Cgil Antonello Marongiu sottolineando che, invece, "qui in Sardegna è tutto fermo".

Molte preoccupazioni sono emerse nell'assemblea dei lavoratori sardi riunita l'8 aprile: il timore è che si continui a procedere a macchia di leopardo, lasciando i lavoratori ancora in carico alla Nexive che, abbandonando le commesse, perde attività e decrementa le ore di lavoro. Il tutto utilizzando la cassa integrazione a discapito dei lavoratori e della collettività.
© Riproduzione riservata