"Consentire che una nave gasiera venga ormeggiata in modo permanente nel porto industriale di Portovesme è un errore e rappresenta una decisione non sostenibile dal punto di vista ambientale, della sicurezza e non accettata dalla Comunità. Costituisce anche un ostacolo per il futuro di importanti aziende già presenti nel polo industriale di Portovesme, così come di nuove imprese che hanno già chiesto di potersi insediare". 

I consiglieri regionali dei Riformatori Sara Canu (capogruppo) e Michele Cossa lanciano l’allarme, attraverso una interrogazione scritta rivolta al governatore Christian Solinas e all'assessore dell'Industria, Anita Pili, temendo la possibilità che una nave FSRU (Floating Storage and Regasification Units) con una capienza di 100mila metri cubi di gas naturale liquefatto possa occupare permanentemente la banchina Est (400 metri di lunghezza) del porto urbano di Portovesme.

Tale banchina venne realizzata con soldi pubblici, spiegano i consiglieri, "per trasferire più lontano dall'adiacente abitato di Portoscuso e dal traffico civile per la vicina Carloforte (un milione di passeggeri l'anno) la movimentazione di merci sfuse particolarmente inquinanti o comunque impattanti per polverosità sulla popolazione".

Secondo Canu e Cossa, "la presenza di una nave FSRU nella vicina banchina Est, che dista un chilometro in linea d'aria dall'abitato di Portoscuso, tre chilometri dall'abitato di Paringianu e 10 chilometri da Carloforte, costituirebbe un grave pericolo per la popolazione e per i lavoratori impiegati nelle attività, già di per sé, a rischio dell'area industriale".

Il pericolo era già segnalato dal Comune di Portoscuso, che si è detto fermamente contrario alla soluzione, dichiarando di essere intenzionato anche a ricorrere contro una simile iniziativa in tutti le sedi istituzionali e giuridiche, anche europee.

I consiglieri, ribadendo il pericolo che porterebbe la permanenza della nave gasiera, hanno sottolineato l'importanza dell’infrastruttura e la necessità di una piena valorizzazione.

"Il porto, fondamentale per la sopravvivenza e lo sviluppo dell'area industriale di Portovesme - hanno concluso - meriterebbe maggior considerazione e adeguati finanziamenti per renderlo competitivo a livello globale (nei primi anni 2000 transitavano 6 milioni di tonnellate/anno di merci), mentre la presenza permanente di una nave gasiera condizionerebbe fortemente l'attività dello stesso, con gravi conseguenze sull'ambiente e limitazioni anche sull'occupazione attuale e futura". 

(Unioneonline/F)

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