La proposta di "Ad hoc group" a Moby "non è compatibile con le leggi applicabili, con i contratti vigenti ed è eccessivamente penalizzante per i creditori non appartenenti all'ad hoc group.

Per questo, fa sapere Moby Spa, non è stato raggiunto l'accordo.

"La volontà del gruppo Onorato - si legge in un comunicato dell'azienda - è invece quella di soddisfare tutto il ceto creditorio e non singole posizioni, attraverso soluzioni legali che tutelino tutti gli stakeholders coinvolti".

Onorato invitato così Ad Hoc Group a un tavolo di confronto per trovare una soluzione, "confidando nella buona fede degli interlocutori, fondamentale per la salvaguardia dell'unica infrastruttura sul mare del nostro Paese e delle 5.800 familgie che ne fanno parte".

Ancora: "Moby Spa e i suoi azionisti ribadiscono la volontà di perseguire un percorso di risanamento e rilancio del gruppo nell'interesse dei creditori, degli oltre 10mila dipendenti tra diretti e indiretti, dei fornitori e dei clienti".

E i presupposti per il rilancio, Moby ne è convinta, ci sono tutti: "Sulla base dell'ultima trimestrale al 30 settembre 2019 il gruppo ha registrato un EBITDA di 118 milioni di euro, il debito finanziario netto ammonta a complessivi 591 milioni di cui 300 nei confronti dei bondholders e 160 nei confronti delle banche. Il valore della flotta, sulla base dell'ultima perizia di Unitramp, eccede il miliardo di euro. Quindi il piano di ristrutturazione può essere basato sulla sola richiesta ai creditori di una dilazione degli impegni di pagamento. In ogni caso non è in discussione la capacità delle aziende del gruppo di continuare a servire i propri clienti e soddisfare i propri creditori".

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata