Gli italiani fino a Natale non dovranno preoccuparsi dei debiti col fisco e, forse, potranno rinviare anche l'appuntamento con le rate del mutuo.

Nella manovra d'agosto, terzo omnibus anti-crisi dall'inizio della pandemia, dovrebbe entrare un pacchetto fiscale con una ulteriore proroga dello stop ai pagamenti, che fermerebbe la macchina del fisco ancora fino a fine dicembre.

Le scadenze per pagare cartelle e rate, anche della rottamazione, dovrebbero quindi essere spostate a gennaio e pure la ripresa dei prelievi dei pignoramenti dovrebbe slittare.

Mentre si starebbe ancora riflettendo sull'opportunità di bloccare ancora anche le notifiche, ora ferme fino a fine agosto, per questioni legate anche alle scadenze dei termini per l'invio. Nel pacchetto fisco dovrebbe entrare anche una rateizzazione lunga per i versamenti di Iva, Irpef e contributi sospesi in pieno lockdown e che ora sono fissati al 16 settembre, con una "rimodulazione" che potrebbe valere circa 4 miliardi.

Lo scostamento da 25 miliardi - che sarà votato sia alla Camera sia al Senato mercoledì 29 insieme al Pnr, il programma nazionale di riforma - porta a 105 miliardi le risorse in deficit messe in campo in cinque mesi. E ancora una volta "la parte più consistente" di queste risorse, come ha ricordato il ministro Nunzia Catalfo, andrà alla protezione dei posti di lavoro. Con la manovra di agosto arriveranno "proroga di altre 18 settimane di cassa integrazione o in alternativa uno sgravio per quelle aziende che decidono di fare rientrare i propri dipendenti al lavoro, rinnovo dello stop dei licenziamenti incentivi per le nuove assunzioni, rifinanziamento del fondo nuove competenze proroga della Naspi e della discoll", ha fatto l'elenco Catalfo. Si dovrebbero aggiungere anche una nuova proroga fino a fine anno della possibilità di rinnovare i contratti a termine senza causale, con una sospensione delle norme del decreto Dignità, e le deroghe sullo smart working nel privato, tema che sarà al centro a inizio agosto, ha assicurato il ministro, di un incontro con le parti sociali per fare un punto e immaginare nuove regole per proseguire anche dopo la fine dell'emergenza.

A Cig e incentivi dovrebbero essere destinati circa 8-9 miliardi, alla scuola tra 1 e 1,3 miliardi, mentre circa 5 miliardi andranno agli enti locali, tra Regioni e Comuni che hanno bisogno di integrare, tra l'altro, anche le mancate entrate della tassa di soggiorno, vista la drastica riduzione di presenze, soprattutto straniere. Anche a turismo e automotive dovrebbero andare nuove risorse, dopo quelle stanziate con il decreto Rilancio, e dovrebbe essere rifinanziato, per poco meno di un miliardo, il Fondo di garanzia per le Pmi.

(Unioneonline/F)
© Riproduzione riservata