Nell'Isola il maltempo degli ultimi giorni ha danneggiato gravemente alcune colture.

In particolare, il crollo delle temperature causato dalle correnti artiche ha gelato mandorle e mimose che erano già fiorite in Sardegna per l'inganno della falsa primavera dei giorni della merla.

Gli stessi problemi sono stati riscontrati in Liguria, Puglia e Sicilia. Serre, frutteti e noccioleti sono stati rovinati dal Piemonte all'Emilia fino all'Abruzzo, mentre la violenza del vento ha danneggiato tetti delle stalle, scoperchiato capannoni e fatto cadere alberi in Lombardia e Piemonte.

Questo quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati ESWD, la banca dati degli eventi meteo estremi in Europa, in relazione all'ultima ondata di maltempo con raffiche fino a 190 chilometri orari che hanno spazzato la penisola da nord a sud.

Nell'ultimo anno 673 tempeste di vento hanno colpito l'Italia con un aumento del 44% rispetto al periodo precedente, con danni ai campi, agli alberi e alle strutture agricole.

Secondo l'associazione di categoria, rischia di ripetersi quanto avvenuto nell'inverno 2018 in cui si è verificato un crollo del 15% della produzione di albicocche e del 15% per le pesche.

I cambiamenti climatici in atto si manifestano - continua la Coldiretti - con una marcata tendenza agli eventi atmosferici estremi: dalle bufere con venti violentissimi in grado di devastare campi, stalle ma anche boschi, come quelli distrutti nel Triveneto dalla tempesta Vaia, agli sbalzi termici con crolli repentini delle temperature dal caldo al freddo e viceversa con escursioni anche di dieci gradi in 24 ore.

Secondo l'associazione di categoria, i cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture rurali.

(Unioneonline/F)
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