Nessun pericolo per l'allevamento e il consumo del maialetto sardo: a dirlo è Pier Luigi Caria, assessore regionale all'Agricoltura, che interviene sulle polemiche nate dopo l'approvazione della nuova legge sulla suinicoltura del 2 agosto scorso.

Secondo i dati più recenti, su un totale di 15.788 allevamenti registrati in tutta l'Isola, poco più di 300 sono allevamenti di tipo famigliare per l'autoconsumo e la legge prevede che si possano detenere 4 capi non riproduttori. Ma non esiste alcun impedimento per la registrazione all'anagrafe dei suini, anche con i pochi capi presenti nelle aziende, in modo da poter detenere riproduttori e lavorare per l'autoconsumo e la vendita.

"Il tam tam sui social network alimentato in questi giorni - spiega Caria - è una bufera all'interno di un bicchiere d'acqua che, veicolata sulla rete, ha raggiunto livelli di disinformazione paurosi".

"Nelle direttive di attuazione del provvedimento, che l'assessorato ha iniziato a elaborare - aggiunge -, saranno meglio chiarite le modalità e le procedure da seguire".

Caria ricorda poi che la legge è frutto di un lavoro preciso e costante portato avanti dalla Commissione Quinta e dai tanti consiglieri coinvolti che, con centinaia di ore di lavoro, hanno ascoltato tutti i portatori di interesse del comparto: dagli allevatori ai trasformatori passando per le diverse associazioni di categoria.

"La tradizione millenaria delle nostre produzioni suine non è minacciata da questa legge - precisa - ma da decenni di Peste suina africana, che per troppo tempo ha condannato la nostra Isola a embarghi vergognosi che hanno mortificato la straordinaria operosità dei nostri allevatori. Superiamo questa fase di incomprensione e mettiamoci tutti al lavoro per rilanciare un comparto dalle tante e troppe potenzialità di sviluppo ancora inespresse".

(Unioneonline/s.s.)

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