Secondo l’Istat l’inflazione a giugno ha registrato una brusca frenata ma per chi fa la spesa ogni giorno il salasso, in realtà, continua e riguarda latte uova, carne, pane, farina, frutta e verdura. Insomma i beni di prima necessità, con poche eccezioni, sono sempre più cari.

E in questi giorni anche in Sardegna torna la protesta delle associazioni dei consumatori, convinte che dietro tutto ci siano giochi speculativi compiuti ai danni delle tasche delle famiglie.

Qualche esempio: lo zucchero, in un solo anno, ha visto salire il prezzo di oltre il 46%; un chilo di riso costa quasi un terzo in più rispetto a giugno dell'anno scorso, mentre per portarsi a casa una bottiglia di olio d'oliva o un chilo di patate bisogna spendere circa il 26% in più.

Questi numeri, uniti agli stipendi fermi al palo e ai mutui saliti alle stelle crea «una combinazione esplosiva che ha demolito il potere di acquisto dei sardi», commenta Eliana Cara, numero uno di Federconsumatori Sardegna.

Luca Mascia

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