"Rilanciare una forte mobilitazione del territorio, per ridare la speranza ai giovani e ai senza lavoro della Sardegna centrale".

È quanto deciso dalla Cgil nuorese, a fronte di una "situazione gravissima" che è stata esaminata nel corso di una riunione.

"Il settore industriale della Sardegna Centrale ha visto scomparire migliaia di posti di lavoro nei settori della chimica, tessile, metalmeccanico, edilizia ed altri settori - è scritto in una nota - e questo ha generato nuovamente il fenomeno della emigrazione, con i nostri giovani che vanno a studiare nelle università del continente e raramente ritornano nell'Isola a lavorare. Altri stanno perdendo il lavoro e sono costretti all'esodo. Migliaia di famiglie vivono una situazione precaria e ogni giorno nuovi licenziati si aggiungono all'esercito dei senza lavoro. Per questo è necessaria una azione tempestiva ed efficace delle istituzioni regionali e nazionali, per dare una prospettiva ad un territorio che sta morendo, favorendo un intervento diretto del ministero della coesione sociale".

La Cgil rilancia quindi la vertenza unitaria della Sardegna Centrale per il lavoro e per costringere la politica ad occuparsi dei problemi della gente.

"Riteniamo che una grande vertenza per il lavoro non possa prescindere dal rilancio dei settori produttivi e manifatturieri - si legge ancora nel documento - in assenza dei quali ogni ipotesi di rilancio economico sarebbe fortemente limitato".

Per il sindacato occorre inoltre considerare che il rilancio dei settori produttivi e manifatturieri non può concretizzarsi senza la disponibilità del metano, cioè dell'energia termica a basso costo necessaria alle imprese ed ai servizi per i cittadini.
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